Una prima esecuzione assoluta di un brano per flauto in sol e clarinetto di Cosimo Colazzo, titolo Un corpo l’avvolge, che rielabora un lavoro del 2015 destinandolo a quest’organico – flauto in Sol e clarinetto – che pare aderire da vicino al senso di un lavoro che esprime sonorità morbide, profili arrotondati e avvolgenti.
Interprete ne sarà Agorart ensemble, qui in duo con Davide Baldo (flauto in Sol) e Emanuele Dalmaso (clarinetto), alla Sala Filarmonica di Rovereto sabato 1 ottobre alle ore 20:45.
Nell’ambito del festival “Contrasti”, in svolgimento in queste settimane tra Trento e Rovereto, organizzato dall’Associazione Culturale “MotoContrario”, esecuzione di “La geometria è un canto”, brano per quartetto di sassofoni di Cosimo Colazzo.
Un brano dove strutture verticali cambiano prismaticamente, traversate da linee di canto del sax soprano e del sax baritono. Una forma cangiante e avvolgente, che ruota lentamente, quasi meccanismo che si avvia, infine conclude il suo ciclo.
L’Associazione culturale “Piazza del Mondo” di Rovereto presenta:
Concerto Sabato 24 settembre ore 18:00 Rovereto | Sala Filarmonica Mompou. Música callada Pianista Cosimo Colazzo INGRESSO LIBERO
Música callada di F. Mompou, l’integrale dei quattro quaderni. Un tempo costantemente differito e sospeso. L’incanto del suono e della risonanza. Il silenzio che fluisce con il respiro. Un altro tempo, un’altra forma, mondi diversi.
Programma
Frederic Mompou (1893-1987) Música callada(1959-1974)
Quaderno I I. (Angelico) – II. (Lent) – III. (Placide) – IV – (Afflitto e penoso) – V. – VI. (Lento) – VII. (Lento) – VIII. (Semplice)
Quaderno II IX. (Lento) – X. (Lento – cantabile) – XI. (Allegretto) – XII. (Lento) – XIII. (Tranquilo – très càlme) – XIV. (Severo – sérieux) – XV. (Lento – plaintif) – XVI (Calme)
Quaderno III XVII. (Lento) – XVIII. (Luminoso) – XIX. (Tranquillo) – XX. (Calme) – XXI. (Lento)
Quaderno IV XXII. (Molto lento e tranquilo) – XXIII. (Calme, avec clarté) – XXIV. (Moderato) – XXV. – XXVI. (Lento) – XXVII (Lento molto) – XXVIII (Lento)
Un raro e raffinato concerto dedicato alla musica del compositore catalano Frederic Mompou (1893-1997). Protagonista il pianista Cosimo Colazzo, alla Sala Filarmonica di Rovereto sabato 24 settembre alle ore 18. In particolare, si potrà ascoltare l’integrale di Musica callada, un’opera articolata in quattro quaderni che distilla qualità timbriche fascinose e un senso particolarissimo del tempo, come in un costante, paradossale rallentando.
Un concerto monografico dedicato a Frederic Mompou (1893-1997) è una rarità. Ci si concentra, così, su un’esperienza molto originale lungo il ‘900, come quella del compositore catalano, che ha distillato un catalogo fatto di opere scelte, mai retoriche o sovrabbondanti.
Il pianista Cosimo Colazzo, alla Sala Filarmonica di Rovereto, sabato 24 settembre alle ore 18:00, esegue, in un concerto organizzato dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, l’integrale di Musica Callada, un’opera che copre oltre un decennio, dal 1959 al 1974, articolata in quattro quaderni, rivelativa delle qualità essenziali della musica di Mompou: un uso sapiente del timbro, rapinoso, fascinoso, cui contribuiscono raffinatezze armoniche e l’uso sensibile di registri e dinamiche; un uso particolare del tempo, come in un costante, paradossale rallentando. L’ascolto viene preso dal senso che il tempo si allarghi e si espanda, sino a sospendersi. In questa dimensione di incanto viene invitato ad abbandonarsi al suono e alla sua risonanza, al darsi di suono e silenzio trasfusi e fluidamente rapportati l’uno all’altro. Accede come a un qualcosa d’altro,
Mompou tenta, attraverso questo differimento strutturale che è tempo dell’attesa, attraverso l’indagine sensibile sul suono che mette in dialogo ascolto e silenzio, di introdursi come in una piega della realtà dove traluce un oltre, una dimensione ulteriore. Qui l’anima si comprende anche religiosamente. Non a caso il titolo di Música callada viene ripreso da Mompou da un mistico, San Juan de la Cruz, che è ricco delle immagini poetiche della sospensione, dell’attesa, del silenzio e della notte, e rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.
Cosimo Colazzo, pianista, compositore e direttore d’orchestra, è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, di cui è stato direttore dal 2005 al 2011. Inoltre, dirige la Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto.
Le sue composizioni sono eseguite in festival in Italia e all’estero da interpreti di prestigio, e sono pubblicate da RAI.com.
È autore di una monografia di riferimento sull’opera di Fernando Lopes-Graça pubblicata dalle edizioni LIM (Lucca, 2019), mentre sull’opera di Frederic Mompou ha scritto diversi saggi pubblicati in volumi e su riviste, in Italia (Mimesis, Milano-Udine 2021) e all’estero (Schröder-Verlag, Leipzig, 2015; Cambridge Scholars Publishing, Newcastle, 2014). A Mompou e a varie sue opere (Música callada, Preludios, Cánts Magics, Impresiones intimas ecc.) ha dedicato diversi concerti, anche monografici, che ha tenuto in Italia, Spagna, Stati Uniti.
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare tra gli ambiti umanistico, scientifico, artistico; la relazione tra territori diversi; il dialogo delle alterità.
Dalla sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità.
Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione. Al suo interno agisce Agorart ensemble, un gruppo di musicisti dedito alle musiche del Novecento e contemporanee.
Realizza pubblicazioni in collaborazione con gli editori Armando e Castelvecchi.
Esecuzione, all’interno del festival Contrasti che si sta svolgendo a Trento, organizzato dall’Associazione Motocontrario, domenica 18 settembre alle ore 11.00, alla Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto in via Calepina, di “Le dispersioni felici”, opera per flauto solo di Cosimo Colazzo. Interprete Davide Baldo, flautista versatile, fantasioso, con esperienze di rilievo nel campo della musica contemporanea, con diverse prime esecuzioni.
Il brano costituisce un flusso continuo di articolazioni e strutture ritmiche definite sia per accenti che per durate, che si realizzano in forme stratificate e quindi complesse, mentre anche i campi armonici sono soggetti a fasi di cambi dati sempre per trasformazioni e passaggi. Si produce il senso di un fervore evolutivo che procede per ramificazioni, secondo logiche di orientamento contiguo, non prospettico e centrato. Secondo la logica del centro e dell’orientamento funzionale al centro questo può essere dispersivo. E’ invece la logica di una creatività fluido-aperta, che è ciò che il compositore ricerca.
E’ in libreria, appena pubblicato per i tipi di Castelvecchi editore, il volume “Come nasce un’opera. Viaggio nella mente creatrice”, a cura di Giuliana Adamo e Cosimo Colazzo, con scritti di Giuliana Adamo, Paolo Aralla, Maria Attanasio, Giuseppe Calliari, Andrea Caranti, Silvio Cattani, Giulia Clarkson, Cosimo Colazzo, Giorgio Colombo Taccani, Mauro De Luca, Maria Costanza Lentini, Paolo Perezzani, Lucia Rodler.
Un percorso attraverso varie discipline, arti, saperi, che intreccia riflessioni, autoriflessioni, approfondimenti, autoanalisi intorno al processo creativo che conduce alla produzione di un’opera, di un qualcosa di definito e concluso che, in questa forma, viene proposto alla comunicazione, a ulteriori processi interpretativi. Arti e saperi che hanno, ciascuno, proprie storie, propri stili analitici, interpretativi e creativi, e tuttavia propongono anche risonanze nella distanza. Come se la creatività si nutrisse di certe basi comuni, dove si mescolano o si alternano momenti di più fluida apertura e quindi soluzioni più concentrate. Disordinamenti e ordinamenti, visioni ravvicinate o più distanziate, insomma il processo creativo non è qualcosa di lineare, ma segue andamenti variati, curve e spezzature. E non è questioni di discipline più o meno artistiche. Per certi aspetti la matematica testimonia discontinuità o salti nel processo che porta alla nascita dell’idea che poi viene messa in forma, come può accadere per le arti visive, la musica o la letteratura.
Il libro parla di come si mettono in forma indizi e intuizioni, di come si leggono segni e li si coordinano in un organismo unitario, indagando vari campi, quelli detti, ma anche archeologia, architettura, musicologia. Raccoglie gli interventi di studiosi, artisti, scienziati che si sono tenuti nell’ambito della manifestazione “Come nasce un’opera. Giornate di studio e performance” che l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” ha organizzato, svoltasi a Rovereto, Palazzo Fedrigotti, nei giorni 19 e 20 novembre 2019.
Ecco i riferimenti del volume, ora in libreria:
Giuliana Adamo, Cosimo Colazzo (cur.), Come nasce un’opera. Viaggio nella mente creatrice, Castelvecchi, Roma, 2022. ISBN 9788832908091. pp. 186.
Un editoriale di Cosimo Colazzo, apparso sull’Adige mercoledì 22 giugno 2022, riflette, a partire dalla recente vicenda dell’incontro tra la senatrice a vita Liliana Segre e la influencer Chiara Ferragni, sul mondo dei media e dei social, disposti a consumare tutto, ogni valore, ogni simbolo e la stessa memoria storica.
Cosimo Colazzo tiene una Masterclass di Composizione al Conservatorio di Lecce. Giuseppe Gigante, docente di Composizione al Conservatorio salentino, da sempre impegnato a formare una classe che si distingue per impegno e risultati, anche nelle successive fasi di perfezionamento condotte dagli studenti in altri contesti, ha voluto invitare Colazzo, per una masterclass in cui si lavorerà attraverso analisi di partiture, discussione delle partiture degli studenti e di alcuni lavori dello stesso docente. Un’esperienza intensiva di immersione nello studio compositivo, che si svolgerà nei giorni 21, 22, 23 maggio, al Conservatorio di Lecce.
Qui per leggere l’articolo: in formato PDF e in formato JPEG.
Cosimo Colazzo, in un articolo apparso su L’Adige di domenica 20 marzo 2022, tratta dell’arte di Segantini, del suo rapporto complesso e profondo che tesse tra natura e arte, e soprattutto tra l’alta montagna silente o risonante di echi, di un mondo sonoro altro, tramato anche di silenzi e vuoti, e la sua arte che tenta di comprenderla o di risolversi totalmente in essa. Il giovane Anton Webern incontra quest’arte e ne è altamente suggestionato. Dell’arte di Segantini, del rapporto con la natura, e del rapporto che si crea tra la musica di Webern e la pittura di Segantini, tratta Colazzo nell’articolo che riportiamo qui di seguito:
Il giorno 25 febbraio, presso il MUSE, Cosimo Colazzo interviene con una relazione incentrata sui rapporti tra Webern e Goethe. In che senso il serialismo weberniano, che reca tratti molto peculiari, si rapporta al pensiero di Goethe sulla forma, sulla natura, sulla creatività come formazione e metamorfosi? Questo il tema che sarà trattato. L’intervento avviene all’interno di un Convegno organizzato dal Conservatorio, dal titolo “Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Ereditare, ripetere innovare . Ereditare, innovare”, 22-25 febbraio 2022. Nell’ultimo giorno si è al MUSE a Trento a partire dalle ore 9. L’intervento di Colazzo è in programma alle ore 11.
Questo è il link per seguire online il Convegno, su piattaforma ZOOM.
Interpreti
un ensemble integrato italiano e spagnolo. Con le voci del soprano Patrizia
Zanardi, del basso Paolo Leonardi, la voce recitante del musicista e scrittore
trentino Giuseppe Calliari, e una collaborazione di Agorart ensemble (ensemble
in residence dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” di Rovereto) e
Taller Sonoro. Dirige lo stesso compositore.
Un progetto di collaborazione italo-spagnolo porta alla produzione e alla presentazione in Spagna, a Siviglia, di una nuova opera comica del compositore Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana Adamo. Data in prima ad Ascoli nel 2020, quindi a Rovereto nel 2021, ora approda a Siviglia, per un progetto di integrazione degli ensemble Agorart (sorto all’interno dell’incubatore-aggregatore “Piazza del Mondo” di Rovereto) e Taller Sonoro (uno degli ensemble più prestigiosi in Spagna con un’esperienza pluriennale e internazionale).
L’opera comica, dal titolo La locandiera, Musicape e il giovin signore, presenta una satira di estrema attualità su certo populismo-sovranismo urlato e machista. La si potrà ascoltare, ridendo molto, venerdì 28 gennaio 2022 al Teatro della Sala Turina nel centro di Siviglia, alle ore 20, all’interno di “Encuentros Sonoros”, un festival che si tiene annualmente nella capitale andalusa, promosso da Ensemble Sonoro, Anjuntamento della città, con la collaborazione di Instituto de la Cultura y las Artes de Sevilla (ICAS), Instituto Nacional de las Artes Escénicas y la Música (INAEM), y de la Asociación de Intérpretes y Ejecutantes (AIE).
Interpreti, a
Siviglia, per la parte italiana il soprano Patrizia Zanardi (La locandiera), il
basso Paolo Leonardi (Il giovin signore), la voce recitante Giuseppe Calliari (Musicape),
il sassofonista Mattia Grott, mentre per la parte spagnola la presenza è di alcuni
musicisti di Taller Sonoro, e cioè la violoncellista María del Carmen Coronado,
il pianista Ignacio Torner,
l’acordeonista Ángel Luis Castaño, il percussionista Baldomero Lloréns.
L’opera è
concisa, rapida, scattante, piena di calembours,
battute, giochi e doppi sensi. Il giovin
signore può spopolare sui social
con il suo fare sfrontato e le sue battute sempre malriuscite, ma la locandiera che possiede lo spirito
acuto dell’intelligenza popolare, gli tiene testa, lo asseconda per prendersene
gioco. Musicape (nome che richiama
volutamente un personaggio favolistico della pittrice Maria Lai) è un’ape agile
e svolazzante, personaggio che ronza intorno alle azioni, le commenta attentissima
a tutto, curiosa e pungente.
Giochi
linguistici e sonori attraversano la musica, tra citazioni e inneschi di stili
e generi, sberleffi, onomatopee, provocazioni, un ritmo incessante e buffissime
soluzioni che accompagnano le continue gaffe
del giovin signore. C’è il gusto dello spiazzamento e il piacere di riso e
sorriso. Manche un gioco molto serio, di riflessione su un mondo che ci è
prossimo e vicino.