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Un’opera musicale nuova in prima esecuzione (di Cosimo Colazzo) dedicata a testi di Emilio Villa. Alla Sala Filarmonica di Rovereto

2 Marzo 2017
20:30a22:00

Continua il denso programma di appuntamenti della rassegna “Sapere e futuro” organizzata dall’Associazione culturale “Piazza del Mondo”, in questo periodo particolarmente concentrata sui rapporti di musica e poesia, nel mentre propone un ponte che dall’antico raggiunge il contemporaneo.

Mercoledì 1 marzo, tra mattina e pomeriggio,  è stata la volta di Petrarca indagato da un grande storico della letteratura come Giorgio Ficara, e in parallelo il concerto del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio, della Scuola di Canto Rinascimentale e Barocco del Conservatorio con il Bonporti Antiqua Ensemble, impegnati su un programma di autori del ‘500 che hanno musicato i versi di Petrarca.

Si prosegue ora sul versante del contemporaneo poetico e musicale.

Giovedì 2 marzo è la volta di un’opera musicale vasta  del  compositore Cosimo Colazzo  dal titolo Les dés des ordres dedicata alla poesia sperimentale di Emilio Villa. L’opera   propone già nel titolo il senso che testo e musica vogliono condividere, del caso come fattore, nel contempo, di decostruzione e costruzione.

Emilio Villa (1914-2003), è stato un poeta multiforme, un funambolo della parola, che sezionava e ricomponeva attraversando le lingue nel gusto di associazioni e derive.  La scrittura per Villa è in uno stato di fluida prossimità con la voce, con la phonè. È corpo: il senso della materialità e del corpo della lingua, in quanto voce, anche quando è scrittura (non a caso se ne interessò Carmelo Bene). Come rileva Aldo Tagliaferri – “è stato uno dei maggiori rappresentanti della cultura europea del Secondo Novecento. Occupa una posizione centrale e addirittura unica, se teniamo conto della vastità dei suoi interessi e dei suoi rapporti con artisti di massimo rilievo”. La figura e l’opera di Villa stentano ancora oggi ad affrancarsi da quella “clandestinità” che, del resto, è stata programmaticamente perseguita dallo stesso Villa, interprete di una “avanguardia permanente”. Contro ogni accomodamento istituzionale, Villa ha praticato il rifiuto del domicilio – in movimenti, gruppi, tendenze – contro  ogni accademia. Da qui anche il suo nomadismo culturale – oltre che esistenziale – che lo ha portato a navigare dentro vari spazi culturali, all’interno di saperi diversi: poesia, critica, arte, filologia, linguistica. Il gusto della parola lo porta ad approfondire le etimologie,  a seguire i rami delle trasformazioni verbali, di deviazioni e mutazioni, i passaggi attraverso le lingue. Seguendo questi percorsi prende forma la sua poesia fatta di complesse testure plurilinguistiche. 

Sono due le opere musicali di Cosimo Colazzo in programma, entrambe in prima assoluta. Les dés des ordres (1915/1917), nella nuova versione per voce recitante, sassofoni, viola e pianoforte, mette in musica una serie inedita di testi poetici (oggetto di studio della ricercatrice Bianca Battilocchi),  che propone al centro il concetto poetico dei tarocchi, con le evocazioni che esso suscita, del senso del labirinto e del chaos.

Il testo è interpretato e cantato da una voce di baritono (il grande Roberto Abbondanza, specializzato nel repertorio contemporaneo e in quello antico), in combinazione con un ensemble strumentale a geometrie variabili (nell’interpretazione del MotoContrario ensemble, che si presenta nella formazione con Emanuele Dalmaso ai sassofoni, Andrea Mattevi alla viola, Cosimo Colazzo al pianoforte).

La musica si muove nel senso della performance labirintica. La voce si esalta nella pluralità delle lingue (reali o reinnestate), l’ensemble strumentale elabora pattern in complesse stratificazioni poliritmiche, lavorando ossessivamente su stringhe, ripetizioni e varianti.

Irriverente è Tenzone (2016), per voce (baritono) e pianoforte, dove la musica di Colazzo si esprime in sillabati serrati, dalle ritmiche complesse e sincopate, che impegnano in tenzone voce e pianoforte, e che danno musicalmente il senso di una lingua poetica che sborda e esplode graffiante e sarcastica.

Un’occasione speciale e da non perdere. L’appuntamento è   parte della serie Sapere e Futuro, incontri tra Scienza e Umanesimo, organizzata e promossa per il 2016-2017 dalla neonata associazione culturale Piazza del Mondo, presieduta dalla professoressa Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), con sede a Trento,  inaugurata lo scorso 4 novembre con Vittore Bocchetta (classe 1918), uno degli ultimi sopravvissuti all’inferno nazista; proseguita il 2 dicembre, sempre al MUSE, con il neuroscienziato Gianluigi Gessa (e in parallelo un concerto di Andrea Mattevi e Emanuele Dalmaso, con musiche contemporanee);  quindi il 16 dicembre, al liceo Rosmini di Rovereto, con lo storico Mario Isnenghi (in parallelo il concerto pianistico di Cosimo Colazzo con musiche di autori che vissero la guerra, al fronte o nell’impegno civile dentro le società di appartenenza); e ancora il 20 gennaio, al Muse, con il fisico Eugenio Coccia tra gli scopritori delle onde gravitazionali; seguito il 24 febbraio dalle riflessioni sui pregiudizi dell’antigiudaismo discussi da Giuliana Adamo e Ugo Morelli e il 1 marzo dalle riflessioni sul Canzoniere petrarchesco da parte di Giorgio Ficara (con il concerto del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio di musiche del ‘500 su testi di Petrarca). La manifestazione  – realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e di Rovereto e della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige; alla  collaborazione con l’Associazione Culturale MotoContrario, il MUSE, l’Associazione filarmonica di Rovereto, la Biblioteca Civica “G. Tartarotti” di Rovereto;  e al patrocinio del Comune di Rovereto, del Museo Storico Italiano della Guerra e dell’Accademia Roveretana degli Agiati, media partner Corriere del Trentino – ha come obiettivo quello di divulgare il sapere, offrire spunti, intessere relazioni, soprattutto a vantaggio del futuro dei giovani,  grazie all’intervento di studiosi ed esperti delle discipline più diverse.

Migrazioni musicali: dall’America all’Europa. Un concerto di Cosimo Colazzo con musiche di Bliss, Casella, Milhaud, Stravinskij, Schulhoff e dello stesso Colazzo. Elementi del jazz, nei primi decenni del ‘900, concorrono alle poetiche nuove volte alla conquista di altri territori anche in direzione del ritmo. Per la Italian School del Middlebury College at Mills. alla Concert Hall del Mills College a Oakland, in California

17 Luglio 2016
19:45a21:30

Italian School Middlebury College @ Mills

Concert Hall Mills College – Oakland CA

Concerto

Domenica 17 luglio 2016 ore 19.45

Migrazioni musicali: dall’America all’Europa

Pianista Cosimo Colazzo

 

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923) per pianoforte

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

 Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte

Allegro con spirito – Minuetto – Finale 

Cosimo Colazzo (1964)  Jeux de contrastes (2015) per pianoforte

Darius Milhaud (1892-1974) –  Caramel mou (1920) op. 68 per pianoforte

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano rag music (1919) per pianoforte

Erwin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

 

NOTE AL PROGRAMMA

All’inizio del ‘900 alcuni dei ritmi che agitano gli Stati Uniti raggiungono l’Europa. Sono ritmi provenienti dal sottofondo della cultura afroamericana. Il transito avviene in forme edulcorate e normalizzate, in modo che quel linguaggio possa essere tradotto in scrittura e rappresentato nei teatri del vecchio mondo. L’incontro con questi nuovi linguaggi apre ai compositori europei di area classica nuove strade che vengono percorse. L’attenzione è tutta volta al ritmo. Il jazz è percepito come ritmo pulsante, scosso da sincopi e asimmetrie, legato al movimento del corpo ovvero al ballo. Il linguaggio del jazz, interpretato in tal modo, feconda poetiche musicali che attraverso il gioco, l’ironia e il gusto del leggero mettono volutamente in crisi la retorica tradizionale della musica classica legata al sentimentalismo romantico.

Il concerto offre un’idea di questo passaggio particolarmente rilevante nei primi decenni del Novecento in autori quali Schulhoff, Milhaud, Stravinskij, Bliss, Casella.

Il dialogo tra jazz e classica attraversa, in fasi e modi diversi, tutto il secolo fino ad oggi. Il concerto presenta una composizione nuova di Cosimo Colazzo.

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, in Italia. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.

Nuova composizione di Cosimo Colazzo, ispirata alla poesia di Emilio Villa, in prima esecuzione alla Biblioteca civica di Verona, per ‘In futurum’, manifestazione organizzata dalla rivista di ricerca letteraria ‘Anterem’

12439017_620361428114265_5934549038118666739_n - CopiaEmilio Villa (1914-2003) è stato un poeta multiforme, un funambolo della parola, che sezionava e ricomponeva, attraversando le lingue con il gusto di un’officina produttiva di associazioni e derive. Un futurista senza baldanze. Egli stesso disposto alla dispersione e alla deriva, se si pensa anche alla sua vita, nomade e senza particolari garanzie. Visse da sperimentatore del sé e dei linguaggi.

Cosimo Colazzo, compositore trentino di origini pugliesi, docente al Conservatorio Bonporti di Trento, ha avuto modo di lavorare su alcuni suoi testi inediti, che sono oggetto di studio della ricercatrice Bianca Battilocchi. Ne è emersa un’opera musicale vasta e composita, che intreccia suoni e recitazione. L’opera, dal titolo Les dès des ordres, viene ora proposta in prima assoluta alla Biblioteca Civica di Verona, per l’organizzazione di ‘Anterem’, rivista di ricerca letteraria. Il concerto si terrà sabato 6 febbraio a partire dalle ore 10.45, e si colloca nell’ambito di ‘In futurum’, una manifestazione che tratta del nuovo nelle varie arti, in musica, arte, ambiente, architettura.

Interprete della nuova composizione di Colazzo, che sarà data a Verona in prima assoluta, è il Motocontrario ensemble con Emanuele Dalmaso ai sassofoni, Federico Agnello alla marimba, Ardan dal Ri alla chitarra elettrica, Andrea Mattevi alla viola.

Nel concerto troviamo pagine solistiche e combinazioni strumentali sino all’organico pieno. Tempi lati e sospesi si consegnano all’articolazione serrata di poliritmi, o da questi riemergono. Da una parte troviamo il senso dell’enigma e della perdita del sé, che fu espressione della poesia di Villa. Ma poi c’è anche l’altra polarità, del gioco ritmico delle segmentazioni, delle ricombinazioni, degli accenti sfasati, delle parole che si disfano e si rincollano generando altro, il gusto della stratificazione linguistica, degli accostamenti inattesi.

Le musiche composte da Cosimo Colazzo indagano, sulla scia di alcuni testi inediti di Villa, le strutture del poliritmo e per converso la suggestione contemplativa del mito, del “senza tempo”: scatti futuristici e agilità, oltre che sospensioni e trasparenze.

 

INFO

Biblioteca Civica di Verona
Comune di Verona
Anterem, ricerca di rivista lettearia
Sabato 6 febbraio 2016
Bbiblioteca Civica – Protomoteca, Sala Farinati
TEMPI FUTURI
IL FUTURO
NELL’ARCHITETTURA, NELL’AMBIENTE, NELLE ARTI FIGURATIVE, NELLA SCULTURA E NELLA MUSICA

ore 9.30 – Protomoteca
Inaugurazione Mostra

ore 10.45 – Concerto Motocontrario ensemble
Introduce Bianca Battilocchi
Musiche di Cosimo Colazzo ispirate alla poetica di Emilio Villa
Emanuele Dalmaso – sassofoni
Federico Agnello – marimba
Ardan dal Ri – chitarra elettrica
Andrea Mattevi – viola

Le musiche composte da Cosimo Colazzo indagano, sulla scia di alcuni testi inediti di Villa, le strutture del poliritmo e per converso la suggestione contemplativa del mito, del “senza tempo”: scatti futuristici e agilità, oltre che sospensioni e trasparenze.

Carlo Belli e la musica. Un concerto di Cosimo Colazzo, con musiche proprie, di Belli e degli autori che l’artista roveretano ebbe come riferimento ideale.

17 Aprile 2015 18:30a18 Aprile 2015 13:30

I-mondi-di-Carlo-Belli_imagefullwideBelli teorico dell’arte astratta e la musica. Se ne parla nell’ambito di un convegno che si tiene a Rovereto i prossimi 17 e 18 aprile, e tramite un concerto, che Cosimo Colazzo, con la collaborazione di Maria Rosa Corbolini e Giovanni Todaro, tiene alla Sala Mozart di Rovereto (v. della Terra 48) venerdì 17 alle ore 18.30, con musiche di Belli e degli autori che teneva come riferimento ideale, in alcuni casi, suoi sodali nella battaglia per l’arte moderna e per un’Italia culturale diversa.

Con baldanza futurista, in fondo, il giovane Carlo Belli (1903-1991) si prospettava alla cultura italiana, negli anni ’30, come il teorico, il riferimento, quale agitatore di idee, per un gruppo di artisti di talento, come Melotti, Fontana, Licini, che si proponevano l’idea di abbandonare totalmente la figura, per realizzare la loro creatività in riferimento a forme astratte, alla composizione di elementi basici del visuale, linee, incroci di linee, volumi.

Carlo Belli fu teorico dell’arte astratta, un’arte che, per lui, deve svolgersi su un nuovo piano dove valgono i rapporti tra elementi compositivi, fuori da ogni riferimento di realtà. Come fa la musica da sempre, che è linguaggio autosufficiente e non significa nulla fuori di sé. Questa la metafora spesso utilizzata da Belli.

Che era un appassionato conoscitore di musica, anche in diretta, perché nell’arco della sua vita ha composto diversi brani musicali, realizzando un proprio catalogo, di una certa consistenza.

Di quest’aspetto di Belli, del suo rapporto con la musica, che attraversa l’intera sua opera e costituisce traccia rilevante nella sua vita, parlerà Cosimo Colazzo sabato 18 aprile al Convegno che si tiene a Rovereto nei giorni 17 e 18 aprile, organizzato dal MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e dalla Soprintendenza per i Beni Culturali, Ufficio dei Beni Archeologici di Rovereto, dal titolo “I mondi di Carlo Belli. Da Rovereto alla Magna Grecia.”

Nel pomeriggio di venerdì 17 aprile, alle ore 18.30, alla Sala Mozart a Rovereto (V. della Terra 48) Colazzo, in collaborazione con Maria Rosa Corbolini (pianoforte a quattro mani) e con Giovanni Todaro (baritono) tiene un concerto, dal titolo “Musica astratta musa. Omaggio a Carlo Belli”, che ruota intorno alla figura dell’intellettuale roveretano, disegnando alcuni percorsi musicali e culturali che sono nell’orbita dei suoi orientamenti critici e creativi.

Ecco allora Satie, con Parade per pianoforte a quattro mani, che Belli esalta, perché ha saputo esprimere con un linguaggio volutamente ridotto all’essenziale e scheletrico, di un biancore che non lascia spazio a ombre o prospettive, un netto superamento dell’Ottocento, contro il gusto del ripiegamento individualistico.

E’ quanto tende a operare egli stesso, come compositore. Il concerto presenta, di Belli, i Preludi melensi e Sonatina liberty per pianoforte, dove troviamo impegnata questa linea, della riduzione di ogni enfasi e di ogni morbidezza. C’è invece il gusto del gesto ironico e la disponibilità a integrare gesti che provengono dai repertori leggeri.

Un riferimento di notevole importanza, per Belli, è la musica di Casella.  Soprattutto quella degli anni ’10, tra cui ritroviamo Pupazzetti (1915) op. 27 per pianoforte a quattro mani e Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte, entrambe nel programma del concerto. Sono partiture molto avanzate, che tendono a ribaltare ogni stato convenzionale del suono. Pupazzetti sarebbe poi confluito, nella versione per orchestra, nel progetto ampio, coordinato per la parte musicale da Casella con altri compositori, dei Balli plastici, per i Balletti Russi di Djaghilev, protagoniste le scene di Depero e le sue figure di “automi” in dimensione umana. Un ulteriore motivo di relazione con Belli, che amò Depero e ne sostenne la causa futurista, nella comune battaglia per un rinnovamento radicale dell’arte e delle visioni di essa. Le partiture di Casella ricercano l’urto, la dissonanza, e sentono l’armonia come esperienza timbrica. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, nella Sonatina, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. E’ musica complessa, fortemente interrogativa.

Anche Gianfrancesco Malipiero fu tra gli autori richiamati da Belli, come esempio di una nuova arte. Nella sua ansia, anche ideologica, di un nuovo che fosse fortemente astratto, vedeva con circospezione certa tendenza all’impressionismo, che è propria dell’arte di Malipiero. Tuttavia ne ammirava la cultura e l’indubbia qualità compositiva. Malipiero possiede una sensibilità spiccata per il suono e il timbro. La sua ricerca, il suo stile si sostanziano, come si coglie nei Preludi asolani (1916) per pianoforte, che si potranno ascoltare nel concerto roveretano, della capacità di cogliere gli sfumati del colore sonoro e di valorizzare la risonanza.

Carlo Belli fu sodale di Fausto Melotti. Della stessa generazione, cresciuti insieme da ragazzi, perseguono l’idea di un’arte nuova, che sappia esprimere equilibri diversi da quelli consueti, e una nuova condizione dei rapporti di senso. Melotti predilige strutture sospese capaci di dialogare con il vuoto. Negli anni ’30 è accanto a Belli nella sua idea di sostenere una nuova arte, di segno astratto. Melotti sarà anche autore di alcune prove poetiche: come la sua arte, essenziali nella cura di una radice silenziosa della parola. Il concerto propone un’opera di Cosimo Colazzo composta nel 1998, Tre liriche su versi di Melotti (dal volume Il triste minotauro) per baritono e pianoforte. La musica di Colazzo, in quest’opera, si lega all’atmosfera evocativa e sospesa che traspare dai versi, con un lirismo che prende movenze dolci, nondimeno sorvegliate nelle curve realizzate, affinché esso si dia in rapporti sempre piuttosto essenziali, raccolti, misurati. Il pianoforte effonde sonorità rarefatte, sospese; oppure accompagna con figure ricche di valori timbrici, preziose nel dettaglio sonoro trovato.

Pubblicata la voce dedicata a Lopes-Graça, a cura di Cosimo Colazzo, compresa nel Dicionario Biografico Caravelas. Con uno studio analitico-musicologico sul linguaggio compositivo dell’autore portoghese e sulle relazioni che vengono a intessersi in direzione del Brasile e con compositori brasiliani

Il “Dicionario Biografico Caravelas”, a cura di Caravelas Núcleo, centro di ricerca della Universidade Nova di Lisbona, pubblica la voce “Lopes-Graça” curata da Cosimo Leonardo Colazzo. A partire da questo link –http://caravelas.com.pt/dicionario_biografico_caravelas.html – è possibile navigare online l’intero Dicionario, che si configura come un lavoro in progress, dedicato a repertoriare autori e opere portoghesi e brasiliani nell’arco della storia della musica. Lopes-Graça è autore portoghese del Novecento, che nella propria opera include l’interesse per il folclore contadino, tuttavia trasceso in forme di linguaggio post-tonale, insieme con una spiccata sensibilità per le risorse sonore, per le piegature del tempo, che in alcuni momenti aprono a momenti di pronunce libere e flessibili. Questo link – http://193.136.113.20:8020/…/dicionario_caravelas/139a… – conduce al saggio di Cosimo Colazzo  (nella versione originale in lingua italiana, e in portoghese, nella traduzione di Alberto Pacheco,), che costituisce l’approfondimento analitico-musicologico della voce dedicata a Lopes-Graça, nella forma di uno studio, pubblicato online dal Dicionario, che approfondisce il linguaggio compositivo di Lopes-Graça, insieme con le relazioni che vengono a tessersi tra il compositore portoghese e alcuni compositori brasiliani.

Link correlati:

Dicionario Biografico Caravelas, online

Il saggio di Cosimo Colazzo, in formato PDF

Un brano di Cosimo Colazzo alla University of Wisconsin-Whitewater, nell’interpretazione del Khasma Duo.

3 Ottobre 2014
19:00a20:00

Il Khasma Piano Duo, formazione al femminile per il pianoforte a quattro mani, sta effettuando un giro di concerti attraverso varie università statunitensi. Prima al Knox College (27 settembre), ieri alla Northern Illinois University, oggi, 3 ottobre, è alla University of Wisconsin-Whitewater, dove tiene un concerto con un programma di autori contemporanei, tra cui anche un’opera di Cosimo Colazzo, “Stanze”, per pianoforte a quattro mani.

Il concerto si tiene alla Light Recital Hall, alle ore 7:30 locali del 3 ottobre (nella notte, quindi il 4 ottobre, alle 02:30 in Italia).

Khasma Duo è composto dalle pianiste statunitensi Ashlee Mack and Katherine Palumbo, con esperienze internazionali e accademiche di rilievo. Nel concerto alla University of Wisconsin-Whitewater presentano un programma contemporaneo con musiche di Michael Ippolito,  Marti Epstein, Symeon Waseen, Lavrence Moss, Cosimo Colazzo e Jean Ahn.

La composizione di Colazzo è basata su un unico campo di suoni, che l’avvolge completamente. La forma è scandita da una serie di stanze, che evolvono da stati meno densi, ma relativamente ricchi nelle articolazioni lineari, verso stati molto densi, che si concentrano in accordi. Le stanze sono attraversate da un unico lungo respiro, che è l’intero pezzo. Raggiunge un suo spazio di culmine quindi rientra, degradando, verso le zone espressive dell’intimo, del poco, del solo, sino a qualche nota risonante circondata dal silenzio.

Khasma Duo – October 3 — University of Wisconsin-Whitewater, Light Recital Hall, 7:30PM –  (2:30 della notte del giorno successivo in Italia) – The Sonict Ensemble New Music Series

Nel lento orizzonte un oggetto. Nuova composizione di Cosimo Colazzo, per viola e pianoforte

Cosimo Colazzo ha ultimato in questi giorni una nuova composizione, per viola e pianoforte, dal titolo Nel lento orizzonte un oggetto.

Qui è possibile consultare il catalogo aggiornato delle composizioni di Cosimo Colazzo, in ordine cronologico.

Qui il catalogo, organizzato secondo i differenti organici.

A partire da questo collegamento, alcune notizie biografiche sul compositore.

Qui per iniziare a navigare il sito di Cosimo Colazzo.

Caro sindaco, rispondi per davvero. Un nuovo articolo di Cosimo Colazzo, sul Trentino di oggi, sulla questione dell’inquinamento acustico in via Verdi

Cosimo Colazzo ha scritto un graffiante corsivo, apparso sul Trentino del 17.09.2013. Sul tema dell’inquinamento acustico in via Verdi a Trento, dove ha sede, peraltro, la storica sala da concerti di Trento, la Sala Filarmonica. Il giorno successivo il Comune ha risposto sullo stesso giornale con il Servizio Pubbliche Relazioni, affermando che può solo applicare il Regolamento comunale ed è da sempre disposto a intervenire, per chiedere agli esercizi commerciali che affacciano su via Verdi, di ridurre un po’ il volume della musica diffusa, quando nella Sala si tenga un concerto. Cosimo Colazzo torna sull’argomento con questo nuovo articolo, apparso oggi, 19 settembre, sempre sul Trentino. Evidenzia gli effetti paradossali della situazione in atto, come degli argomenti adottati. E chiede al Comune e al Sindaco di rispondere alle domande importanti che sono state avanzate, intorno al modello che si intende perseguire, di sviluppo della città, di salvaguardia dell’ambiente, di definizione del paesaggio urbano, che è anche paesaggio sonoro. Leggi qui il PDF dell’intero articolo.