Siamo di fronte a fatti paradossali come quello di un libro che, autoprodotto, spande razzismo e scala le classifiche, e a una crisi lunga che affligge il libro e più in generale il fare culturale. Come leggere la dispersione della lettura come spazio qualificante di definizione del sé e di fattori identitari della cittadinanza? Di questo e altro si tratta in un editoriale di Cosimo Colazzo che è stato pubblicato dai quotidiani “Alto Adige” (venerdì 20 ottobre) e “L’Adige” (sabato 21 ottobre).
Qui di seguito gli articoli in diversi formati:
Cosimo Colazzo – “La lettura e una nuova alleanza” – ALTO ADIGE – 20 ottobre 2023 – (PDF) – (JPEG) Cosimo Colazzo – “Il patto per la lettura. Una sfida da vincere” – L’ADIGE – 21 ottobre 2023 – (PDF) – (JPEG)
Venerdì 20 ottobre, alle ore 16:00, viene presentato al Conservatorio di musica “F. A Bonporti” di Trento, presso l’Aula Magna, un volume di recente pubblicazione, uscito per i tipi di LIM editore.
Si tratta del volume Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, che comprende diversi saggi sul tema individuato dal titolo, e un saggio di Cosimo Colazzo dedicato a Morton Feldman, Mark Rothko, il mecenatismo dei coniugi De Menil – Jean e Dominique – con un particolare riferimento all’opera di Feldman Rothko Chapel.
La presentazione di venerdì 20 ottobre vede la presenza, al Conservatorio di Trento, dell’editore, dei curatori, di numerosi degli autori. In particolare, il programma prevede la presenza di: Claudio Ambrosini (compositore), Franco Ballardini (musicologo), Cosimo Colazzo (compositore), Andrea Estero (musicologo ed editore della Libreria Musicale Italiana (LIM), Massimo Priori (compositore), Francesco Schweizer (compositore), Anna Vildera (musicologa).
Il libro Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, tratta dei rapporti musica-architettura attraverso vari punti di vista e rispetto a vari fronti tematici, spesso campi originali di ricerca.
Affronta ad esempio in termini problematici (Vasco Zara) il rapporto fra musica e architettura riesaminando la trattatistica musicale dal medioevo all’Ottocento, e mostra come la policoralità veneziana di fine ’500 si sia rapidamente diffusa a livello europeo (Helen Geyer), indaga su un personaggio come Antonio Niccolini (Marco Bizzarini), architetto di teatri e promotore di spettacoli musicali, e analizza la concezione dello spazio/tempo nella cultura giapponese (Christoph Hahn) e i paesaggi sonori del compositore turco contemporaneo Fazıl Say (Andreas Krause), ripercorre le ricerche sull’acustica ambientale di suoni registrati e riprodotti o teletrasmessi (Marco Russo) e si pone, anche se con molta ironia, interrogativi estetologici di ampia portata (Giovanni Guanti). Buona parte del volume è dedicata in particolare al rapporto fra le due arti nella musica contemporanea (fra XX e XXI secolo), attraverso nuove analisi di casi illustri o l’esposizione di poetiche più recenti: Iannis Xenakis è riconsiderato nel contesto artistico e filosofico dell’epoca (Séverine Bridoux-Michel), così come le musiche di Morton Feldman per la Rothko Chapel (Cosimo Colazzo), le sperimentazioni di Karlheinz Stockhausen sono inserite in un suo percorso di lungo periodo (Massimo Priori), un’opera di Giacinto Scelsi ne rivela la ricerca di omologie spazio-temporali profonde (Francesco Schweizer); Claudio Ambrosini racconta e spiega i suoi numerosi lavori basati sulla propagazione del suono nello spazio o su soggetti/oggetti architettonici, Jean-Luc Hervé descrive varie sue opere suggerite dalla topografia dei luoghi e dalla trasformazione dei suoni che li attraversano, Javier Torres Maldonado sottolinea la funzione formale che la componente spaziale assume nel definire l’estensione e la struttura di sue composizioni.
Ecco l’indice dettagliato del libro:
Franco Ballardini, Prefazione Vasco Zara, Musica e architettura: la prospettiva storica (1). La parola ai musici Helen Geyer, Musica dal “cielo”. La cappella celeste. Stimoli e relazioni tra la Serenissima e la Germania centrale Marco Bizzarini, Un architetto neoclassico all’opera: le idee di Antonio Niccolini per il Teatro San Carlo Christoph Hahn, Nel giardino del tempo. Corrispondenze tra architettura, natura e musica nella cultura del Giappone Andreas Krause, Città-paesaggi, architettura, cosmo-universo nella musica di Fazıl Say Marco Russo, Fletcher, Stokowski e la nascita della “prospettiva dell’ascolto” Séverine Bridoux-Michel, Architecture et musique: au-delà du “mythe Xenakis” Giovanni Guanti, Glosse interlocutorie sul tema architettura–musica Cosimo Colazzo, Rothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita? Massimo Priori, Pole di Karlheinz Stockhausen e l’auditorium di Osaka. Musica, spazio e architettura: alle radici di un pensiero compositivo Francesco Schweizer, Spazio e tempo tra musica e architettura: la Suite IX “Ttai” di Giacinto Scelsi Claudio Ambrosini, Costruire piramidi, ponti, prospettive, stanze, labirinti, giochi, ring, trompe-l’oreille…
Il saggio di Cosimo Colazzo nel volume reca titoloRothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita?, mentre il volume che lo comprende – Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, LIM, Lucca, 2023, X+377 pp. X+377, ISBN: 9788855431941 – è curato da Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera.
Nel saggio di Cosimo Colazzo emerge un contesto che fu congeniale a Morton Feldman, che coltivava un rapporto molto particolare e personale con la scrittura e con il suono, che si esprime come una ricerca di ascesi e di individuazione essenzialissima dello spirituale, che l’artista vive e rilancia nella sua composizione.
Musica e archiettura. Il punto di vista dei musicisti, a cura di Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera, Musicografie 24, 17×24, pp. X+377, LIM, Lucca, 2023, ISBN 9788855431941, € 38,00
Una nuova opera di Cosimo Colazzo, “Fuori, una linea, un margine” per pianoforte, sarà eseguita nell’ambito della manifestazione “Reti di interpretazione”, convegno organizzato dal Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento, che si tiene presso l’Auditorium dello stesso Conservatorio.
Si ragione di creatività, sotto varie angolature.
In un suo intervento, a conclusione della sessione mattutina (che si apre alle 9 e si chiude alle 12:45) del Convegno, Cosimo Colazzo disegna il suo modo di intendere composizione, suono, tempo – nelle dimensioni dell’attesa, del dare spazio e della dislocazione.
Il compositore eseguirà, in prima assoluta, la sua nuova opera per pianoforte dal titolo “Fuori, una linea un margine”.
Una due giorni di musiche nuove – in un caso di compositori dal Trentino, nell’altro di un ventaglio di compositori internazionali – martedì 17 e mercoledì 18 ottobre alla Sala Filarmonica di Rovereto, ore 20:45. Con il Duo Salis (flauto e arpa, Davide Baldo e Flora Vedovelli) e Ladybug Sax Duo (Emanuele Dalmaso e Mattia Grott). Organizza l’Associazione Culturale Piazza del Mondo
Quest’anno l’Associazione Culturale Piazza del Mondo riflette sui temi dei margini e delle periferie, delle dinamiche di interazione o anche conflittuali tra locale e globale, delle appartenenze e della dispersione, di un antropocene che mostra la corda e vive un tramonto.
Martedì 17 ottobre 2023, alle ore 20:45, propone un concerto alla Sala Filarmonica di Rovereto, dal titolo “Stratigrafie sonore da un luogo. Voci compositive dal Trentino”, con musiche di compositori dal Trentino, Paolo Orlandi, Roberto Di Marino, Eddy Serafini, Cosimo Colazzo, interprete il Duo Salis, con Davide Baldo al flauto e Flora Vedovelli all’arpa.
Di Cosimo Colazzo, un’opera in prima esecuzione assoluta, del 2023, Un campo, l’erranza, lo sguardo. Atmosfere aperte, sospese, per un brano molto essenziale e depurato.
Nessun luogo è centro del mondo. Ogni luogo rappresenta una differenza e vite particolari. Perciò, in questo concerto, si parla musicalmente di stratigrafie sonore. Per dire come un luogo – in questo caso un taglio dentro la creatività compositiva in Trentino, con autori di generazioni diverse – rappresenti una complessità non uniforme e plurale di esperienze, e comunque il senso di un territorio nella chiave della creatività musicale odierna.
Mercoledì 18 ottobre 2023, alle ore 20:45, la proposta, sempre alla Sala Filarmonica di Rovereto, è di un concerto dal titolo “Singolare plurale. Voci da un mondo rifratto”, con musiche di compositori internazionali contemporanei e alcune opere dal ‘900 storico – Carro, Oldrini, Lamb, Zare, Grott, Koechlin, Hindemith -, di cui sarà interprete Ladybug Sax Duo, con Emanuele Dalmaso e Mattia Grott ai sax. Il ‘900 storico, le ricche e originali esperienze di Koechlin e di Hindemith, accanto a opere nuove, di compositori d’oggi, in alcuni casi espressamente scritte per il duo. Una ricerca continua segna, così, una storia lunga, volta a espandere possibilità sonore e compositive.
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare, la relazione tra territori diversi, il dialogo delle alterità. Dalla sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni in collaborazione con gli editori Armando e Castelvecchi.
Agorart ensemble, gruppo in residence dell’Associazione culturale Piazza del Mondo di Rovereto dedito ai repertori contemporanei, sarà protagonista domenica 17 settembre alle ore 11, alla Sala Filarmonica di Rovereto, di un concerto molto interessante, con opere recentissime, alcune provenienti da Call internazionali promosse dall’Associazione Piazza del Mondo, cui hanno risposto diverse centinaia di compositori, tra i quali sono state selezionate opere che ora vengono presentate al pubblico in concerti dell’ensemble Agorart.
L’ingresso è libero.
Il concerto è dedicato innanzitutto alla Call
“Margini e periferie”, bandita quest’anno, sui temi della marginalità, della
periferia, a fronte di un mondo che si fa sempre più diffusamente centro,
omogenea conformazione di comportamenti, gusti, predilezioni. E alla Call
“Mondi senza frontiere”, bandita l’anno scorso, sui temi, analogamente, della
globalizzazione, nei riflessi, anche contraddittori, che ha sul senso
dell’identità, che paradossalmente si ritrova dispersa oppure irrigidita in
chiusure autarchiche.
Una riflessione, quindi, sulla globalizzazione
che investe tutti i parametri della vita odierna, affinché la si possa leggere
e osservare criticamente.
Musiche che si interrogano e ci interrogano.
Accanto a queste composizioni, alcune opere recenti di Cosimo Colazzo e di Mattia Grott.
Di Cosimo Colazzo la formazione in trio eseguirà le recenti composizioni Reductus e Tarolabyrinthe VI, due lavori che integrano vis poliritmica ed evoluzioni sempre rigorose anche nelle loro aperture o inattese deviazioni.
Agorart Ensemble è un
ensemble dedito alla musica contemporanea sorto nell’incubatore/aggregatore
Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che raccoglie musicisti con
rilevanti esperienze nel campo, distinti inoltre da versatilità, flessibilità,
interlocuzione con sperimentazioni aperte e sfidanti. Numerose sono le prime
esecuzioni assolute presentate in pubblico, di nuove opere di compositori che
hanno scritto lavori appositamente per l’Associazione Culturale “Piazza del
Mondo” e per l’ensemble, quali Agostini, Aralla, Bombardelli, Bosco, Camarero,
Colazzo, Colombo Taccani, De Sanctis De Benedictis, Quintero, Rolli, e diversi
altri. Ha tenuto concerti in Italia e in Spagna collaborando con il festival
Encuentros Sonoros di Siviglia e con l’ensemble Taller Sonoro, con
Conservatorio e Università di Siviglia.
L’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”,
con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il
confronto interdisciplinare, la relazione tra territori diversi, il dialogo
delle alterità. Dalla sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose
manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità,
Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi,
Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e
comunità, Mondi senza frontiere, Mondi diversi, Scrittura
e impegno civile. Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e
interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione, come nel caso degli
ensemble Agorart e MP Saxophone Quartet. Realizza pubblicazioni in
collaborazione con gli editori Armando e Castelvecchi.
Quella di Fernando Lopes-Graça (1906-1994) è una voce di costante, radicale dissenso nel Portogallo fascista di Salazar. Una vicenda esemplare, umana, politica, e artistica, di un compositore che ha sfidato la dittatura per decenni e infine ha contribuito alla costituzione del nuovo Portogallo democratico.
Cosimo Colazzo ha scandagliato l’opera, in termini analitico-musicale, ma nel contempo ha messo in relazione le scelte estetico-musicali con l’impegno politico, in un testo che è di riferimento a livello internazionale, una monografia dedicata al compositore portoghese, dal titolo “Musica e impegno. L’antifascismo e l’opera di Fernando Lopes-Graça”, pubblicato da LIM nel 2019.
Lunedì 5 giugno Cosimo Colazzo tiene un incontro culturale alla Società Letteraria di Verona, alle ore 17.30. L’incontro è organizzato da Società Letteraria, ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) Verona, IVRR (Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’età contemporanea) in collaborazione con Associazione Culturale Piazza del Mondo.
Nell’incontro – che sarà preceduto dai Saluti di Daniela Brunelli, Presidente della Società Letteraria di Verona, Federico Melotto, Presidente dell’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea, di Roberto Bonente Segretario ANPPIA di Verona – Colazzo tratterà della figura e dell’opera di Lopes-Graça, illustrerà il proprio volume, e curerà l’esecuzione di diverse, significative composizioni per pianoforte.
Fernando Lopes-Graça è compositore di grande cultura e capacità di invenzione musicale. La straordinaria qualità della scrittura si unisce a un’intenzione viva di impegno sociale e politico, che, nel contesto in cui visse, il Portogallo di Salazar e la dittatura che nel Paese perdurò per più di quarant’anni, diviene lotta di resistenza antifascista.
Esempio di straordinaria resilienza fu in carcere in diverse occasioni, escluso dagli incarichi pubblici, a un certo punto escluso dalla possibilità di insegnare la musica anche privatamente, non abbandonò mai la composizione, come anche la lotta politica clandestina.
Musica, arte e politica in lui si integrano in un’esemplare vicenda che si rende messaggio potente e significativo, di bellezza artistica e di passione per giustizia e democrazia. La sua opera trae linfa dai repertori della musica contadina per elaborare un linguaggio personale che amplia la modalità originaria verso innesti dissonantici, polimodalità, intermodalità. Offre così una voce moderna e progressiva a quel popolo contadino che il regime fascista tacitava o rivestiva della sola voce della propaganda.
Un articolo di Cosimo Colazzo, editoriale sul quotidiano “Alto Adige”, pubblicato venerdì 19 maggio 2023, con il titolo “Il ministro, l’etnia italiana e il paradosso dei ‘castrati'”.
A partire dalle affermazioni recenti del Ministro dell’Agricoltura sull’etnia italiana da difendere, una riflessione sul tema.
E’ appena uscito, per i tipi di LIM editore, il volume Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, che comprende diversi saggi sul tema, e un saggio di Cosimo Colazzo dedicato a Morton Feldman, Mark Rothko, il mecenatismo dei coniugi De Menil – Jean e Dominique – con un particolare riferimento all’opera di Feldman Rothko Chapel.
Emerge un contesto che fu congeniale al compositore, che coltivava un rapporto molto particolare e personale con la scrittura e con il suono, che si esprime come una ricerca di ascesi e di individuazione essenzialissima dello spirituale, che l’artista vive e rilancia nella sua composizione.
Il saggio di Colazzo reca titoloRothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita?, mentre il volume che lo comprende – Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, LIM, Lucca, 2023, X+377 pp. X+377, ISBN: 9788855431941 – è curato da Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera,
Il libro in cui è compreso il saggio tratta dei rapporti musica-architettura attraverso vari punti di vista e rispetto a vari fronti tematici, spesso campi originali di ricerca.
Affronta ad esempio in termini problematici (Vasco Zara) il rapporto fra musica e architettura riesaminando la trattatistica musicale dal medioevo all’Ottocento, e mostra come la policoralità veneziana di fine ’500 si sia rapidamente diffusa a livello europeo (Helen Geyer), indaga su un personaggio come Antonio Niccolini (Marco Bizzarini), architetto di teatri e promotore di spettacoli musicali, e analizza la concezione dello spazio/tempo nella cultura giapponese (Christoph Hahn) e i paesaggi sonori del compositore turco contemporaneo Fazıl Say (Andreas Krause), ripercorre le ricerche sull’acustica ambientale di suoni registrati e riprodotti o teletrasmessi (Marco Russo) e si pone, anche se con molta ironia, interrogativi estetologici di ampia portata (Giovanni Guanti). Buona parte del volume è dedicata in particolare al rapporto fra le due arti nella musica contemporanea (fra XX e XXI secolo), attraverso nuove analisi di casi illustri o l’esposizione di poetiche più recenti: Iannis Xenakis è riconsiderato nel contesto artistico e filosofico dell’epoca (Séverine Bridoux-Michel), così come le musiche di Morton Feldman per la Rothko Chapel (Cosimo Colazzo), le sperimentazioni di Karlheinz Stockhausen sono inserite in un suo percorso di lungo periodo (Massimo Priori), un’opera di Giacinto Scelsi ne rivela la ricerca di omologie spazio-temporali profonde (Francesco Schweizer); Claudio Ambrosini racconta e spiega i suoi numerosi lavori basati sulla propagazione del suono nello spazio o su soggetti/oggetti architettonici, Jean-Luc Hervé descrive varie sue opere suggerite dalla topografia dei luoghi e dalla trasformazione dei suoni che li attraversano, Javier Torres Maldonado sottolinea la funzione formale che la componente spaziale assume nel definire l’estensione e la struttura di sue composizioni.
Ecco l’indice dettagliato del libro:
Franco Ballardini, Prefazione Vasco Zara, Musica e architettura: la prospettiva storica (1). La parola ai musici Helen Geyer, Musica dal “cielo”. La cappella celeste. Stimoli e relazioni tra la Serenissima e la Germania centrale Marco Bizzarini, Un architetto neoclassico all’opera: le idee di Antonio Niccolini per il Teatro San Carlo Christoph Hahn, Nel giardino del tempo. Corrispondenze tra architettura, natura e musica nella cultura del Giappone Andreas Krause, Città-paesaggi, architettura, cosmo-universo nella musica di Fazıl Say Marco Russo, Fletcher, Stokowski e la nascita della “prospettiva dell’ascolto” Séverine Bridoux-Michel, Architecture et musique: au-delà du “mythe Xenakis” Giovanni Guanti, Glosse interlocutorie sul tema architettura–musica Cosimo Colazzo, Rothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita? Massimo Priori, Pole di Karlheinz Stockhausen e l’auditorium di Osaka. Musica, spazio e architettura: alle radici di un pensiero compositivo Francesco Schweizer, Spazio e tempo tra musica e architettura: la Suite IX “Ttai” di Giacinto Scelsi Claudio Ambrosini, Costruire piramidi, ponti, prospettive, stanze, labirinti, giochi, ring, trompe-l’oreille…
Musica e archiettura, a cura di Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera, Musicografie 24, 17×24, pp. X+377, LIM, Lucca, 2023, ISBN 9788855431941, € 38,00
Cosimo Colazzo ha avuto frequentazione dell’arte di Maria Attanasio, di quella poetica e di quella narrativa, per alcuni suoi lavori compositivi: un brano per voce e pianoforte – Notte che oscilli al vento – e una vasta opera per soprano, baritono, voce recitante, un quartetto di sassofoni – Francisca – su libretto di Giuliana Adamo ispirato a un racconto di Maria Attanasio, Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile, uscito nel 1994 per i tipi di Sellerio, ora compreso in una raccolta di racconti di più recente pubblicazione, Lo splendore del niente e altre storie (Sellerio, 2020)
Nell’occasione di un convegno a Valencia, nell’ottobre 2022, Colazzo ha potuto approfondire il suo rapporto, da musicista e compositore, con i testi di Maria Attanasio. Quelle riflessioni hanno ora assunto la forma di un saggio, pubblicato nell’ambito di un volume monografico su Maria Attanasio (atti del convegno valenciano), pubblicato da Castelvecchi, per la cura di Giuliana Adamo e Miguel Ángel Cuevas, dal titolo Maria Attanasio. Quattro decadi di bifronte scrittura disobbediente (pp. 179, € 20,00).
Il saggio di Colazzo, dal titolo Composizioni musicali su testi di Maria Attanasio: Notte che oscilli al vento e l’opera Francisca, parla del rapporto tra musica e poesia, delle alleanze che si disegnano tra la musica di Colazzo, per come è concepita, e la poesia di Maria Attanasio, su crinali che valorizzano l’evento, il dubbio, l’apertura, il possibile. E spiega, toccando aspetti compositivi dei due linguaggi, dove sono, nelle declinazioni dei due autori, rispondenze e risonanze.
Francisca, per la sua parte, è l’emergere di un paradosso: paradossale il suo tentativo di farsi uomo per lavorare, sfidando di fatto il senso comune, che, infatti, le si rivolge contro; paradossale l’esito finale, di un’assoluzione, che infine viene decisa da parte dell’Inquisizione.
Questa storia emersa per lacerti da cronache ultra-locali d’inizio Settecento viene re-intrecciata da Maria Attanasio, che dà voce a quel margine che è Francisca, ricca del suo coraggio e della sua voglia di sopravvivere attraverso se stessa; per questo capace di sfidare l’Inquisitore, che vive, da parte sua, un crepuscolo e un tramonto, gli ultimi cascami di una cultura, quella dell’Inquisizione, autorità che chiede solo obbedienza, di fronte al sopravveniente illuminismo.
La musica di Colazzo racconta le dinamiche trasformative dei due personaggi e di due culture che si confrontano mescolando i loro apporti: l’individuazione del nuovo insieme con il vecchio che va dissolvendosi. Opera di incroci e incontri paradossali e impossibili, che tuttavia avvengono e provocano trasformazioni e metamorfosi. Musicalmente e vocalmente i due personaggi si confrontano all’inizio: la ritmica inesorabile, i motti duri e graffianti dell’Inquisitore; le poche articolazioni di lei, che non sa opporre molto contro un’autorità che le si propone con tutta la sua forza violenta. La voce recitante indica antefatti, tesse gli accadimenti, ragiona, commenta, approfondisce, accompagna i personaggi, a volte li sollecita, si fa attiva. Quando si ritrova sola e reclusa, dilaga la sofferenza di Francisca, emergono ricordi, la vita vissuta con il marito, il lavoro nei campi, la morte di lui, la necessità di sopravvivere travestendosi da maschio per essere ingaggiata come bracciante. Emerge un’identità che attenta le frontiere binarie del genere: Francisca e Francisco insieme. Si fa forte il senso di ingiustizia di fronte alla morte annunciata, la necessità di lenire il dolore, di attutire il colpo atteso. Per questo canta a un cento punto un canto assillante, ossessivo, sempre più macchiato di glissandi-lamenti, citazione di un moroloja in griko: canto di morte che accede ritualmente a un altro mondo dove diurno e notturno si mescolano, il binario diventa plurale. Ritualmente si appropria di sé disperdendosi, paradossalmente si ritrova. Dopo questo ulteriore “passaggio” Francisca sa sostenere le proprie ragioni, diventa più presente con il suo canto. Ed è l’Inquisitore che entra in una dinamica trasformativa, trova accenti di dubbio, avverte il valore della tolleranza. Arriva la risoluzione del conflitto, l’assoluzione alla fine, ma nulla di risolutivo, nessuna retorica del bel finale: l’opera si spegne verso i toni del grave, si annulla in lenta spirale in un silenzio buio. Quanti silenziati ancora, quanti nei margini non hanno diritto di parola!
Un’opera della durata di un’ora e mezza circa che racconta tutto questo musicalmente, grazie anche a un libretto che, ispirato a Maria Attanasio, attiva rami verso altri autori (Manzoni, Giordano Bruno…), arpiona tempi diversi, mette in contatto, in corto circuito l’antico e il contemporaneo.
Qui di seguito offriamo il video di un’esecuzione dell’opera Francisca, musica di Cosimo Colazzo, libretto di Giuliana Adamo (liberamente ispirato a Maria Attanasio), nella forma di un concerto-spettacolo con regia video e live editing di Francesco Casu, tenutosi il 18 marzo 2023 al Teatro Massimo di Cagliari.
Il saggio di Colazzo, nel volume pubblicato da Castelvecchi, ragiona su questi temi e costituisce una guida alla composizione di Francisca, accompagnata lungo le otto scene che costituiscono l’opera.
Sabato 22 aprile si parla di Orchestre Sociali in un importante convegno internazionale, organizzato dalla Fondazione Ghirardi presso Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova). Il Direttore della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto, nonché docente di Composizione presso il Conservatorio di Trento, Cosimo Colazzo, interviene con una relazione che illustra l’esperienza dell’Orchestra Sociale della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto, sorta nel 2021 nell’ambito dei Corsi estivi organizzati dalla Scuola.
Un’esperienza massimamente inclusiva, rivolta estesamente al territorio, mirata a coinvolgere ragazzi che volessero proporsi per un’esperienza sonoro-musicale da svolgere insieme, anche senza una particolare esperienza strumentale pregressa. Sono stati forniti gli strumenti e sono stati coinvolti studenti di tutte le età, dai 4 anni in su. Si è organizzato il lavoro per gruppi di età, integrato le forze, mirato a un esito finale di performance.
Il tutto sotto la guida esperta di Andrea Gargiulo, e con la partecipazione di nostri docenti che hanno affiancato e in parallelo sviluppato esperienze di vocalità, body percussion, conoscenza degli strumenti. Una festa intensa per suono e musica. Questa l’Orchestra sociale della Civica di Rovereto, esperienza sviluppata nell’ambito dei Corsi estivi del 2021, del 2022, e che viene riproposta in giugno 2023, sempre sotto la guida di Andrea Gargiulo e con la collaborazione di docenti della Civica Scuola Musicale.
Nell’ambito del Convegno Colazzo illustrerà quest’esperienza, che è educazione a suono e musica, ma anche educazione alla socialità e alla cittadinanza. Il significato di questa esperienza è nell’apertura, che è invito al dialogo e all’inclusione. Aprire le porte, immettersi nel concreto fare, nella prassi comunitaria, in una comunità che è educativa in un senso ampio, sviluppa esperienza e competenze sia specifiche che più latamente educative.
L’orchestra sociale educa all’orchestra e alla società, specchi che rinviano significati in alleanza tra loro. Cultura e società, scuola e società devono stare in osmosi. La scuola, aprendosi al mondo, si ritrova ricca di apporti quando ritorna a concentrarsi su aspetti suoi più specifici.
Di seguito il programma dettagliato del Convegno Internazionale dal titolo “Le Orchestre Sociali. Con La Musica Si può… FaRe”. Sabato 22 aprile 2023. Villa Contarini – Fondazione G. E Ghirardi. Piazzola sul Brenta (Padova). A cura di Fondazione G. E. Ghirardi Onlus. In collaborazione con Ministero dell’Istruzione e del Merito – Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti (CNAPM)
Programma:
9.00 Accoglienza relatori 9.30 Saluti Istituzionali Isabella Longo Fondazione G. E. Ghirardi Onlus Saluti delle Autorità 9.45 INTRODUZIONE ALLA GIORNATA Annalisa Spadolini – Ministero dell’Istruzione e del Merito, coordinatrice Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti (CNAPM) 9.55 Proiezione del video Vivere un mondo migliore, regia di Paola Longo (sintesi del Convegno Orchestre Sociali 2022) SESSIONE 1 Modera Annalisa Spadolini 10.05 Da dove partiamo? – Gianni Nuti Università della Valle D’aosta. 10.10 “Vozes”: 18 anni di musica sociale. Come abbiamo iniziato? – Pablo Gonzàles Martinez – Direttore Orchestra sociale VOZES – Barcellona 10.25 Musica di tutti o musica per tutti? – Esperienza accidentale o sostanziale nella vita dell’uomo? Suoni, parole, gesti, forme, colori: frammentazione di un unico pensiero? – Giuseppe Mallozzi – Direttore “Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli “(OSQS) – Napoli 10.40 L’Orchestra Sociale della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto. Esperienza, prospettive, sviluppo – Cosimo Colazzo – Conservatorio di Musica “ F. A. Bonporti” di Trento 10.55 Pausa SESSIONE 2 Modera Andrea Gargiulo Direttore artistico “MusicaInGioco”, Conservatorio “N. Piccinni” di Bari 11.30 L’esperienza delle orchestre sociali nel lavoro sociale con i bambini e le famiglie in situazione di vulnerabilità – Paola Milani Università degli Studi di Padova – , Responsabile scientifica nazionale P.I.P.P.I 11.45 “Modello didattico Coro de Manos Blancas”. L’esperienza laboratoriale presso la Scuola Primaria P. Camerini- IC “L. Belludi” di Piazzola sul Brenta (PD) – Naybeth García López e Jhonny Gómez Torres Fondatori Coro de Manos Blancas (Venezuela) 12.00 Toccati dalla musica – Paolo Perezzani, compositore, membro di Musica e Società 12.15 DIBATTITO 12.30 Pausa pranzo SESSIONE 3 Modera Roberto Fantinel, SIO, Suono In Orchestra 14.00 L’Orchestra come una comunità che apprende – Gabrielangela Spaggiari, Direttrice e coordinatrice didattica delle orchestre giovanili del Conservatorio di Reggio Emilia e Castelnovo ne’Monti 14.15 Il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova: 20 anni di formazione e di esperienze di didattica inclusiva – Luciano Borin – Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova , direttore del Dipartimento di Didattica, Francesco Facchin – Conservatorio “C.Pollini” di Padova, consulente per la didattica musicale speciale 14.30 Tavola rotonda I requisiti per le orchestre sociali e le prospettive per il loro avviomodera Gianni Nuti partecipanti: Annalisa Spadolini, Andrea Gargiulo, Pablo Martinez Gonzales, Sabina Colonna Preti, Cosimo Colazzo, Giuseppe Mallozzi , Paolo Perezzani, Jhonny Gomez, Naybeth Garcia, Luciano Borin, Francesco Facchin 15.50 DIBATTITO CONCLUSIVO E FINE LAVORI 17.30 Dimostrazione dei risultati del Laboratorio Modello didattico dei Cori Manos Blancas Momento musicale con i bambini della classe 1a e 2a della Scuola Primaria Camerini- IC Belludi –Piazzola Sul Brenta (Patronato di Piazzola Sul Brenta)