8 Novembre 2014 | ||
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Il rock, musica dei giovani e della liberazione da regole e ordini imposti, è quasi subito divenuto anche un fatto commerciale. Oggi ha un retroterra storico e la consistenza di un repertorio, di una letteratura. E lo si trova dentro l’accademia, studiato nei conservatori. Un incontro, organizzato dalla rivista Anterem, alla Biblioteca Civica di Verona, sabato 8 novembre alle ore 10.00, tratterà di questi temi, relatori Cosimo Colazzo e Ferrari Lilienau.
Il rock, quando è arrivato, con radici nere e bianche, con elementi del rhythm and blues e della musica country, ha proposto qualcosa di nuovo: l’idea di una musica che richiede la libertà dei corpi, che richiama il senso della liberazione da vincoli e imposizioni sociali. Nasce in questo senso, così si sviluppa nell’immaginario comune. Per questo attrae i giovani, che vi si vedono rappresentati. Vengono trascese le identità di classe. E’ musica dei giovani, che anche e soprattutto attraverso di essa assumono una identità, che è di tipo generazionale.
Il rock richiama i valori della liberazione sessuale, della libertà vissuta in senso anarchico, della strada, del nomadismo. E tutti questi valori sono fatti propri da una generazione che si vuole liberare dalle convenzioni e dalle eredità culturali soverchianti.
Il rock, musicalmente, esclude la tradizione del suono levigato, della piacevolezza melodica. E’ ritmo poderoso, suono piantato in terra, sporco e ruvido. I concerti sono l’occasione affinché una comunità si riconosca. Sono lo spettacolo sul palco, ma anche lo spettacolo del pubblico che conviene a un rito che aggrega, intorno ai valori di una controcultura, che mette in discussione l’ordine riconosciuto, dichiara i valori dell’amore libero ed è contro la guerra.
Oggi questi valori sono parte di una storia, mentre il rock è stato integrato dentro un sistema commerciale, che riconosce le identità in quanto funzionali al mercato. Ha perso gran parte della carica dirompente delle origini. Possiede un retroterra storico, ha via via assunto un repertorio, che si è consolidato in una letteratura.
Quindi ha assunto forma, si è formalizzato.
E’ per questo che è potuto entrare nell’accademia e diventare materia di studio, secondo percorsi strutturati. Così nei Conservatori, in Italia, oggi, dove si studia la popular music nei corsi accademici, come accade per altri ambiti di studio con un antico blasone.
Il rock, musica dei giovani e della liberazione da regole e ordini imposti, è quasi subito divenuto, quindi, anche un fatto commerciale. Oggi ha un retroterra storico e la consistenza di un repertorio, di una letteratura. Per questo non pratica più solo la strada o gli spazi dei grandi raduni di concerto. Lo si trova dentro l’accademia. Infatti, oggi nei conservatori si insegna anche il rock e la popular music.
Di questi aspetti si parlerà in un incontro organizzato dalla rivista Anterem di ricerca letteraria, che si terrà sabato 8 novembre, alle ore 10.00, alla Sala Farinati della Biblioteca civica di Verona, relatori Ferrari Lilienau e Cosimo Colazzo. L’incontro reca il titolo significativo “L’arte del rock. Musica e non solo musica. Il rock sulla strada, nel costume, nell’arte, nei conservatori”, così tracciando un’idea dello spettro di implicazioni del rock, in campo musicale ma anche in dimensione sociologica, e infine esponendo la condizione per cui oggi il rock è arrivato a essere studiato dentro i conservatori.
L’incontro, che avviene per la cura di Flavio Ermini e Ranieri Teti, si svolge nell’ambito del festival poetico, organizzato dalla rivista Anterem., “Forum Anterem 2014”, il cui programma prospetta incontri, letture, concerti, raccolti nel titolo generale “Di un altro dire. La poesia dialoga con la filosofia, la musica, l’arte”. Il ciclo comprende quindici eventi, che si svolgono dall’8 novembre al 15 novembre.
Insieme con l’incontro si terrà una performance, con Jana Balkan e Isabella Caserta che interpretano la poesia di Lou Reed The Murder Mistery (1969) nella traduzione di Luigi Ballerini e Beppe Cavatorta.
Saranno presenti gli studenti del Nuovo Liceo Artistico “Nani-Boccioni” di Verona che dialogheranno con i relatori e con le attrici e proporranno propri testi.