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Uno studio di Cosimo Colazzo, sulla musica di Federico Mompou, presentato nell’ambito di Performa 2013, annuale convegno che tratta delle ricerche artistiche che, a livello internazionale, si sviluppano sull’interpretazione e la performance musicale. Quest’anno il Convegno si tiene a Porto Alegre, in Brasile, presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul.

30 Maggio 2013a30 Giugno 2013

Uno studio di Cosimo Colazzo, sul linguaggio compositivo di Federico Mompou e sulle considerazioni che il compositore catalano ha lasciato circa l’interpretazione pianistica della sua musica, viene presentato nel contesto di Performa 2013, importante incontro di ricerche artistiche sull’interpretazione musicale e la performance, che quest’anno si tiene in Brasile presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul di Porto Alegre. Il convegno di studi si svolge dal 30 maggio all’1 giugno 2013.

La musica di Federico Mompou (1893-1987) presenta alcune caratteristiche peculiari. La sua scrittura è molto ridotta, introversa. Tende a essere concisa, e i materiali sono molto semplificati. Il compositore rappresentava l’idea della necessità di un nuovo inizio, che per lui deve svolgersi nei termini di una riduzione della composizione verso elementi basici. Condivide, in questo, alcuni tratti di linguaggio che ritrova, e apprezza, in Satie. Oppure in un autore successivo, che, ricambiato, stimava molto. E cioè Francis Poulenc. Mompou rifiuta il senso dell’elaborazione che dà corpo e sviluppo all’opera. Questa, invece, deve rifuggire dall’idea che la produzione di senso si dia nell’evoluzione del racconto musicale. Il senso, la poesia, sono nell’evento, che ha valore per se stesso, con la sua risonanza.

Cosimo Colazzo, docente di Composizione al Conservatorio di musica Bonporti di Trento e membro della équipe di ricerca del CESEM (Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical) della Universidade Nova di Lisbona, da tempo ha portato un’attenzione di studio e di ricerca sulla musica di Mompou. Un suo studio è ora presentato nel contesto di Performa 2013 – incontri di ricerca musicale sull’interpretazione musicale e la performance, che quest’anno si tiene a Porto Alegre, in Brasile, presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul. Il convegno si tiene dal 30 maggio all’1 giugno.

Lo studio di Cosimo Colazzo, dal titolo “Transformar el tiempo musical. Interpretación y composición en Federico Mompou” sarà presentato venerdì 31 maggio. Tratta del linguaggio compositivo di Mompou, che viene individuato in alcuni caratteri ricorrenti. La forma, in Mompou, è concisa. I materiali sono molto semplici, ed oggetto soprattutto di ripetizione o di trasposizioni. Mompou evita la forma ampia, che si determina per sviluppi ed elaborazioni. Adotta strategie, che ritrova, peraltro, in una linea di ricerca compositiva che si apre con Debussy, per cui la ripetizione costituisce una modalità di espressione del tempo musicale, e consente di liberare l’ascolto verso la dimensione del suono e della sua risonanza.

Il tempo della composizione, della musica, del suono non ha a che vedere con l’espansione della forma, ma con la risonanza sonora. Questo concetto lo conduce a pensare diversamente anche l’interpretazione. Mompou ha lasciato alcuni scritti su questo tema, oggetto di indagine, insieme con la sua scrittura compositiva, nello studio di Colazzo. Il tempo dell’interpretazione, secondo Mompou, è fuori dalla rigida scansione metronomica, è relativamente aperto, segnato da alcuni punti di inflessione sensibili. Per Mompou vale l’immagine di un tempo che tende ad allargarsi, quasi costitutivamente.  Bisogna entrare dentro la dimensione fraseologica, per liberare ad evidenza il respiro di eventi minimi, che la logica fraseologica tende a ridurre e contenere. Bisogna che l’interprete si renda sempre più sensibile nella gestione del tempo come del suono e della risonanza.

Un’altra caratteristica della musica di Mompou è quella del tempo lento e dilatato. Come anche delle dinamiche, spesso rivolte al piano. Questo dà la dimensione di una musica introversa, che non si espande all’esterno, ma è ripiegata in se stessa. Bisogna trovare la misura di un rapporto con questa musica e lo si può ottenere se ci si rende sensibili a un tale materiale, minimo, ridotto, ma ricco di piegature interne, che vanno seguite, attraverso un senso particolare della risonanza e della gestione del tempo.

Tra i prossimi impegni internazionali di Colazzo, la presentazione di un suo studio, su musica e censura, e sul linguaggio compositivo di Galina Ustvolskaya, letto anche come paradossale confluenza e innesco tra la censura e una creatività che si produce proprio nella costante attivazione di limiti e riduzioni del linguaggio, sin quasi a uno svuotamento del soggetto. Lo studio sarà presentato il prossimo 7 giugno nell’ambito del Convegno “Researching Music Censorship”, che si tiene dal 6 all’8 giugno 2013 presso l’Università di Copenaghen.

A partire da questo collegamento il programma di Performa 2013.

Popular music e Conservatorio. Se ne parla alla nona puntata della trasmissione condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, che tratta della storia e delle attività del Conservatorio di Trento. Su Rai Radio Due martedì 28 maggio alle ore 15,45.

28 Maggio 2013
15:45a16:15

Nella nona puntata della trasmissione che tratta della storia e delle attività del Conservatorio di musica di Trento, condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan per Rai Radio Due, nel palinsesto delle trasmissioni a diffusione regionale per il Trentino, si tratta dei progetti formativi e di produzione musicale che hanno riguardato la popular music. Appuntamento martedì 28 maggio a partire dalle ore 15.45, su Rai Radio due.

Il Conservatorio di musica di Trento presenta da alcuni anni, pienamente attivi, alcuni percorsi formativi che riguardano la popular music, che sono declinati nei termini di veri e propri corsi accademici. E’ un interesse che si è sviluppato negli anni e che, a partire da alcune sperimentazioni, ha poi potuto radicarsi in forme via via più strutturate.

La musica di consumo, i repertori pop e rock, costituiscono prassi produttive importanti e di un certo peso nel campo dell’economia della musica. E’ importante, quindi, che l’alta formazione musicale si interessi pure di questo fronte della produzione musicale, che coinvolge diverse professionalità.

I linguaggi musicali, i metodi produttivi, le creatività coinvolte si declinano in termini particolari e anche i percorsi formativi devono assumere il senso di queste specificità. Nello stesso tempo è utile che questi corsi si strutturino secondo un’architettura comune, propria dei corsi accademici, così che la formazione del musicista pop stia in un vivo rapporto con la dimensione ampia e articolata della produzione musicale e si proponga al dialogo con le culture rappresentate da altri generi.

Di questi aspetti si occupa la nona puntata della trasmissione trasmissione radiofonica  “Il cammino e l’evoluzione del Conservatorio di Musica di Trento” condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, per la sede Rai regionale di Trento. L’appuntamento è per martedì martedì 28 maggio alle ore 15.45, sulle onde di Rai Radio Due (per Trento, MF2 93,7).

Nella nona puntata vengono descritti i corsi accademici che sono attivi al Conservatorio di Trento, sul primo e al secondo ciclo degli studi accademici. Rispetto a questo progetto un ruolo importante è stato svolto da Emilio Galante che ha accompagnato il processo di costruzione dei percorsi formativi e ne coordina a tutt’oggi le attività.

Un ruolo importante, in parallelo a questa attività che concerne i corsi accademici, è stato svolto da un progetto di ricerca e produzione musicale che ha permesso la costituzione di una rock band del Conservatorio, che ha incentrato il suo interesse sulla musica di Frank Zappa e sulle produzioni indipendenti. Un ruolo importante in questo progetto è stato svolto da Francesco Bertoldi.

La puntata sarà accompagnata da ascolti di brani composti da studenti dei corsi accademici. In particolare, si potrà ascoltare di Alessandro Fusaro, Se resti qui; di Andrea Lorusso, Il lago delle inquietudini; di Katja Marun, In there time. Accanto a questi ascolti, anche un brano dal CD Cotopaxi realizzato dalla Rock Band Frank Zappa del Conservatorio coordinata da Francesco Bertoldi; e la stessa band impegnata su un pezzo di Zappa, dalla registrazione dal vivo di un concerto.

A partire da questo collegamento, il programma delle tredici puntate della trasmissione.

 

Le produzioni dell’Orchestra Jazz del Conservatorio Bonporti alla trasmissione radiofonica di Rai Radio Due, condotta da Daniele Torresan e Cosimo Colazzo, che traccia un percorso delle attività e della storia del Conservatorio di musica di Trento.

21 Maggio 2013
15:45a16:15
22 Maggio 2013
15:00a15:30

Nella sua ottava puntata, la trasmissione radiofonica di Rai Radio Due, condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, dedicata alla storia e al profilo di attività del Conservatorio di musica di Trento, compresa nel palinsesto delle trasmissioni a diffusione regionale, in onda ogni martedì a partire dalle ore 15,45, parla del jazz, e in particolare delle produzioni dell’Orchestra Jazz del Conservatorio Bonporti. Traccia alcuni antecedenti, e quindi le esperienze degli ultimi anni, che hanno visto la possibilità di attuare progetti consistenti, complessi, in collaborazione con artisti prestigiosi.

 Si continua a parlare di jazz con la trasmissione radiofonica  “Il cammino e l’evoluzione del Conservatorio di Musica di Trento” condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, per la sede Rai regionale di Trento. In particolare, nell’ottava puntata, si tratterà delle produzioni che sono state realizzate dall’Orchestra Jazz del Conservatorio Bonporti.

L’appuntamento, per l’ottava puntata, è per martedì martedì 21 maggio alle ore 15.45, sulle onde di Rai Radio Due (per Trento, MF2 93,7). Il giorno dopo, mercoledì 22 maggio, la trasmissione viene data in replica per l’Alto Adige (frequenze per Bolazno MF2 93,7) a partire dalle ore 15.00. In questo caso, sempre alle ore 15.00 di mercoledì, è possibile anche l’ascolto via Internet, quindi da qualsiasi luogo. E’ necessario andare sul sito della Rai di Bolzano http://www.raibz.rai.it/index.php, navigando il menù “Radio Live”.

L’esperienza dei progetti attivati e realizzati in rapporto all’Orchestra Jazz del Bonporti è importante.  Da una parte per l’entità di quanto ha preso corpo: un’orchestra vasta, con un organico molto largo, composta da musicisti giovani di grandi qualità, selezionati. C’è poi da dire del lavoro costante che si è potuto produrre, a livello laboratoriale, all’interno del Conservatorio, rispetto al progetto. E poi, un altro importante aspetto, è nella scelta tematica del lavoro di preparazione per la produzione. Non un generico repertorio, ma ogni volta una individuata area di ricerca musicale, che ha potuto coinvolgere gli studenti, attivando nuove competenze, nuove esperienze.

Una delle produzioni ha riguardato la musica di Kenny Wheeler, importante musicista jazz, che ha prodotto molta musica per orchestra jazz. Rispetto a questo progetto è stato coinvolto anche Paolo Fresu, che ha partecipato a un importante concerto, in qualità di tromba e flicorno solista. Un’altra ha riguardato la musica orchestrale di Gil Evans, di cui è stato tracciato un ritratto articolato, rappresentativo di una vita creativa emancipata e costantemente a integrare nuove esperienze. La produzione su Gil Evans ha trovato coordinamento nel lavoro artistico di Bruno Tommaso.

C’è stato anche un progetto dedicato a certe riletture, in chiave jazz, del mondo classico, in questo caso sul terreno del rapporto con la musica di Mussorgsky e dei suoi Quadri da un’esposizione.

All’interno d l Conservatorio, per la nascita di un tale progetto, sono state importanti le figure di Roberto Cipelli e Daniele Carnevali. Recentemente si sono aggiunti altri docenti del settore jazz del Conservatorio, come Bob Bonisolo e Roberto Spadoni (curatore del progetto su Mussorgsky).

Importante è stata anche la relazione di collaborazione sviluppata dal Conservatorio, su alcuni dei progetti che hanno riguardato l’Orchestra Jazz del Bonporti, con il festival Itinerari Jazz a Trento.

A partire da questo collegamento, il programma delle tredici puntate della trasmissione.

La settima puntata della trasmissione radiofonica di RADIO DUE, per la sede regionale del Trentino, dedicata al Conservatorio di musica di Trento, condotta da Daniele Torresan e Cosimo Colazzo, apre uno sguardo all’importante e vitale settore del jazz. Un profilo storico della didattica del jazz nei Conservatori, l’attivazione del corso di jazz al Conservatorio di Trento, negli anni ’90 con Franco D’Andrea, e la storia più recente, che è fortemente legata alle prospettive aperte dalla riforma dei Conservatori

14 Maggio 2013
15:45a16:15
15 Maggio 2013
15:00a15:30

La settima puntata della trasmissione radiofonica di Radio Due, condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, dedicata alla storia e al profilo di attività del Conservatorio di musica di Trento, apre uno sguardo al campo del jazz. Da considerazioni storiche circa i termini di inclusione del jazz nella didattica dei Conservatori, alla storia specifica del Conservatorio di Trento, che negli anni ’90 attiva un corso di jazz, affidato a una figura prestigiosa di docente, Franco D’Andrea. Sino alla situazione attuale in cui si assiste a un consolidamento del settore, in corrispondenza della riforma dei Conservatori che annette molta importanza ai nuovi linguaggi musicale, e a un riassetto della struttura e del curricolo accademico.

Giunge alla settima puntata la trasmissione radiofonicaIl cammino e l’evoluzione del Conservatorio di Musica di Trento” condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, per la sede Rai regionale di Trento, dedicata, appunto, a tracciare un profilo dell’Istituzione, in senso storico e rispetto alle progettualità attivate, alle realizzazioni prodotte.

L’appuntamento prossimo, con la settima puntata, è per martedì 14 maggio alle ore 15.45. Su RADIO DUE. La diffusione è di area regionale per il Trentino, sulle frequenze di RADIO DUE (per Trento, MF2 93,7). E’ utile precisare che non è possibile ascoltare la trasmissione in forma podcast via internet.

Il giorno dopo, mercoledì 15 maggio, la trasmissione viene data in replica per l’Alto Adige (frequenze per Bolazno MF2 93,7) a partire dalle ore 15.00. In questo caso, sempre alle ore 15.00, è possibile anche l’ascolto via Internet, quindi da qualsiasi luogo. E’ necessario andare sul sito della Rai di Bolzano http://www.raibz.rai.it/index.php, navigando il menù “Radio Live”.

Nella scorsa puntata si è trattato dell’interesse del Conservatorio per i nuovi linguaggi, nella forma delle ricerche che hanno riguardato le letteratura musicali del ‘900 come anche la musica attuale, la musica d’avanguardia e sperimentale. Si è trattato soprattutto del festival “Mondi Sonori”, che è un festival promosso dal Conservatorio, dedicato alle musiche nuove, che ha superato i quindici anni di vita, e che si compone del contributo creativo di docenti e studenti artisti, di ricercatori e studiosi.

Con la settima puntata si apre uno sguardo verso un altro punto sensibile dentro questo ampio fronte dei nuovi linguaggi musicali, quello che riguarda il jazz. La puntata traccerà un profilo di quell’evoluzione storica per cui a partire dagli anni ’70, sulla scorta di alcuni progetti pilota, inizia progressivamente a farsi strada l’inclusione del jazz tra i corsi accademici del Conservatorio. E’ negli anni ’90 che viene attivato un corso di jazz al Conservatorio di Trento, affidato a una figura molto prestigiosa di docente, a Franco D’Andrea. Subito la storia del jazz al Conservatorio di Trento è quindi importante, nell’impronta di una didattica estremamente precisa, puntuale, rigorosa. Franco D’Andrea guida il corso di jazz dal 1993 al 2006. Dopo Franco D’Andrea, a raccogliere il testimone di un’esperienza così rilevante, è Roberto Cipelli. Pianista jazz di grande talento, sviluppa un grande impegno per la didattica. Siamo in una fase che coincide anche con la riforma dei Conservatori, che determina notevoli riassetti della didattica. Il settore è in sviluppo, sospinto da una riforma che annette importanza ai nuovi linguaggi e al jazz, che ottiene, infatti, una strutturazione articolata in molte discipline per il curricolo dei corsi accademici. E’ un’articolazione che si proietta anche verso il corpo docente, che infatti presenta figure diverse di docenti, per coprire una pluralità di competenze necessarie per la didattica. Tutte figure di riconosciuto valore, da Bob Bonisolo a Roberto Spadoni, a molti altri docenti a contratto.

Descrizioni e analisi condotte nella trasmissione, saranno accompagnate da alcuni ascolti, da opere di Franco D’Andrea, dal CD “Ballads and Rituals”, e di Roberto Cipelli dai CD “Stilita” e “Kosmopolites”.

A partire da questo collegamento, il programma delle tredici puntate della trasmissione

Una trasmissione della RAI, sede regionale del Trentino, di Daniele Torresan e Cosimo Colazzo, traccia un profilo storico del Conservatorio di musica di Trento e analizza gli sviluppi recenti delle attività. Un ciclo di tredici puntate, ogni martedì, su RAI RADIO DUE, a partire dalle ore 15,45.

16 Aprile 2013
15:45a16:15

La sede regionale Rai del Trentino Alto Adige ha avviato, da alcune settimane, una trasmissione radiofonica, di Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, dedicata al Conservatorio di musica di Trento, dal titolo: “Il cammino e l’evoluzione del Conservatorio di Musica di Trento”.

La trasmissione si articola in 13 puntate e va in onda su Rai Radio Due, ogni martedì a partire dalle ore 15,45. Nelle prime due puntate, che sono state trasmesse rispettivamente martedì 2 aprile e martedì 9 aprile, si è disegnato un itinerario storico, relativo alla costituzione del Conservatorio, che si definisce nel solco di una vicenda che corre addirittura lungo alcuni secoli. Le radici prime si ritrovano nella Società Filarmonica, che attiva anche un settore di impegno di tipo formativo, a partire dai primi anni dell’Ottocento. Successivamente la scuola assume veste pubblica, nel riferimento al Comune di Trento. E’ quanto avviene nel secolo scorso. Negli anni ’40 e ’50 si determina questo transito di responsabilità verso il Comune. Mentre più recente è stato il riconoscimento di livello statale, con corsi musicali riconosciuti a livello ministeriale. Questa fase trova un esito coerente, infine, nella riconduzione dell’Istituzione, diventata un Conservatorio, al Ministero competente, a partire dal 1980.

La trasmissione, inoltre, ha dato conto delle ultime evoluzioni legata alla Riforma delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale in Italia, che si determinano con la svolta del nuovo secolo, e che vengono a riguardare il Conservatorio di Trento con alcune specificità, in rapporto allo Statuto di Autonomia.

Nella seconda puntata, che è andata in onda martedì 9 settembre, la trasmissione ha evidenziato il ruolo di alcune figure chiave nella storia del Conservatorio: Vincenzo Gianferrari, protagonista di una lunga attività di direzione, nella prima parte del secolo scorso; Andrea Mascagni, musicista e intellettuale illuminato, che ha saldato il senso di un’identità rivolta verso l’innovazione e l’ampio respiro culturale; Bruno Mezzena, pianista e didatta di grande consapevolezza tecnica e culturale; Armando Franceschini, che ha condotto l’istituzione infondendo il senso dei valori di qualità artistica e musicale, che sempre ha tenuto a primo orientamento.

La terza puntata andrà in onda martedì 16 settembre, su Rai Radio Due, a partire dalle ore 15,45. In essa si disegnano i tratti identitari fondamentali del Conservatorio, che la lunga storia dell’istituzione ha contribuito a definire. Essi risaltano nelle attività che il Conservatorio promuove, nella storia recente determinatasi nell’impulso della riforma profonda che sta riguardando i Conservatori, per gli assetti istituzionali, come per quelli della didattica, senza dimenticare le aperture notevoli alle dimensioni della produzione musicale e della ricerca. Questi tratti hanno a che fare con gli assi fondamentali di sviluppo dei progetti del Conservatorio “Bonporti”, che possono essere ricondotti ad alcuni importanti fronti culturali.

Un tratto importante è andato sempre più evidenziandosi, come proprio del Conservatorio, quello dell’innovazione, se si pensa a quanto prodotto, anche in termini avanzati, nel campo della riforma delle istituzioni AFAM, all’interesse per i nuovi linguaggi musicali, per la musica contemporanea (con il festival Mondi Sonori, e con altre iniziative, che hanno investito proprio la ricerca sulla musica del ‘900 e contemporanea), per la musica jazz, per la popular music, e così via.

Inoltre si evidenzia un interesse per le ricerche sul patrimonio musicale storico che il territorio ha espresso. Si tratta di un interesse musicale e di ricerca che si rivolge alle letterature storiche, nel  particolare riferimento alla storia che riguarda il territorio, con l’approfondimento rivolto ad autori ed opere che hanno rivestito importanza storica, e inoltre presentano interesse per quanto artisticamente realizzato. Il Conservatorio contribuisce allo studio musicologico, ma anche a creare l’opportunità di una circolazione concreta, vasta, di una tale letteratura. C’è il lato della ricerca, ma anche quello della produzione musicale, che attiva la conoscenza in termini articolati, e propone per il pubblico una conoscenza più articolata dei repertori, come della storia del territorio. Si pensi ai progetti, in questo caso, che sono stati realizzati, dedicati ad autori come Ferrari, Anzoletti, Colò, con produzioni di grande respiro, anche nei termini dell’opera in musica. Altri fronti tematici importanti e rilevanti delle attività del Conservatorio saranno affrontati nelle puntate successivi.

Ogni puntata propone ascolti legati a produzioni del Conservatorio, riprese dai festival che l’istituzione ha organizzato, come da altre manifestazioni e eventi, oppure musiche che tessono un rapporto significativo con i temi evidenziati e trattati.

Nelle prime due puntate sono stati trasmessi ascolti da opere di Bonporti, Benevoli, Zandonai, Franceschini, Mascagni, Castiglioni, con interpreti come Roberto Gianotti, Alberto Martini, Giancarlo Guarino, Luigi Azzolini, Maurizio Dini Ciacci, Donna Magendanz, Bruno Mezzena, Franco Mezzena e molti altri.

Nella terza puntata, ascolti con opere di Poulenc, Messiaen, Casella, Longo, e interpreti legati alle attività del Conservatorio di Trento come Giancarlo Guarino, Laura Di Paolo, Lorenzo Corbolini e Maria Rosa Corbolini, Alter Ego Ensemble, e vari altri.

A partire da questo collegamento il file con il sommario delle tredici puntate della trasmissione.

Concerto a Vigo in Spagna. Colazzo e Corbolini in duo pianistico

8 Aprile 2013
20:00a22:00

Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini tengono un concerto in duo pianistico al Conservatorio Superior de Música di Vigo, in Spagna.

Il concerto, che si tiene all’Auditorium del Conservatorio di Vigo,  alle ore 20.00, riguarda un programma con musiche di Casella, Colazzo, Lopes-Graça, e prospetta il duo pianistico sia nella versione a quattro mani che in quella a due pianoforti.

Di Alfredo Casella  (1883-1947), autore italiano della Generazione dell’Ottanta, che ha espresso la sua opera nella prima metà del ‘900, saranno interpretate due opere di notevole ispirazione e risultato estetico: Pupazzetti (1915) e Pagine di guerra (1915), per pianoforte a quattro mani. Nella prima si unisce uno spirito futurista per il ritmo e la velocità, con liquefatte sonorità, mentre la seconda, scritta negli anni della prima guerra mondiale, disegna musicalmente ritratti da quell’Europa, che, stravolta dal conflitto, diventava scenario di morte e orrori.

Di Cosimo Colazzo (1964) saranno interpretate due opere,  tra cui una in prima esecuzione assoluta. Quest’ultima è Stanze (1997/2013), brano di cui esiste una originaria versione per pianoforte, qui riscritta per pianoforte a quattro mani. In programma c’è anche Preludes (19188/2011) per due pianoforti, che costituisce un dialogo immaginifico e trasformativo, tessuto con i Preludes di Debussy. Due opere che indicano il senso di Colazzo per un tempo fluttuante, liberato e risonante.

Di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), compositore portoghese di grande spessore artistico-musicale, vissuto nel ‘900 (impegnato sui versanti della ricerca musicale, come anche della lotta politica contro la dittatura nel suo paese), viene offerto un ritratto composito, con tutta la sua opera per duo pianistico. Troviamo le bellissime pagine del Terzo Quaderno delle Melodias rústicas portuguesas (1979): una serie di brani, di grandissimo gusto e raffinatezza, dove le melodie popolari sono circondate di un linguaggio articolato, mobile, di ispirazione post-tonale, che offre un ambiente vivo e complesso, di risonanze e significati, rispetto al nucleo popolare. Il concerto poi propone due opere per due pianoforti. Una è Preludio Cena e Danza (1929/1973), dove troviamo un linguaggio estremamente controllato, angolare, proprio di Lopes-Graça, che già giovane si orienta verso il gusto della dissonanza e della figura geometrica, unito a un propensione estremamente duttile per il suono e l’utilizzo della risorsa timbrica. Tutte caratteristiche che ritroviamo anche in Paris 1937 (1937/1968) , un’opera che presenta il piacere del timbro, della dissonanza, come anche dell’estroversa proiezione verso i linguaggi del mondo urbano, trattati e scavati, anche per deformazioni e stratificazioni ironiche.

Qui il dettaglio del programma del concerto

Cosimo Colazzo al Conservatorio di Como per un concerto e un seminario sulla musica ispano-lusitana del ‘900. Con un particolare riferimento alla musica del catalano Federico Mompou e del portoghese Fernando Lopes-Graça.

8 Marzo 2013a9 Marzo 2013

Nel contesto delle ricerche che Cosimo Colazzo, docente di Composizione al Conservatorio di Trento, conduce sulle letterature musicali del ‘900 di area ispano-lusitana, si inscrivono alcuni appuntamenti organizzati dal Conservatorio di musica di Como, che su questi temi ha voluto proporre un seminario e un concerto.

Colazzo tiene il seminario venerdì 8 marzo 2013, con il titolo “Musica ispano-lusitana del ‘900. Seminario di analisi musicale”, presso il Conservatorio di Como, a partire dalle ore 11.00.

Il seminario svilupperà il suo approfondimento intorno al Novecento musicale, che, in Spagna e in Portogallo, assume declinazioni particolari, anche nel rapporto con le particolari vicende storiche che hanno riguardato, nel secolo, la penisola iberica. Si pensi, in Spagna, al trauma della Guerra Civile, che comporta l’insorgere della dittatura franchista. La Guerra Civile coinvolge fortemente gli intellettuali, che in molti casi esprimono attivamente il proprio impegno politico. A seguito del consolidamento della dittatura si assisterà a una diaspora, secondo percorsi di esilio che potranno riguardare l’Europa o l’America latina. Si pensi, in campo musicale, a Roberto Gerhard, che ripara in Gran Bretagna, o a Rodolfo Halffter che raggiunge il Messico. Altri musicisti invece sono in patria. Alcuni in una posizione supina rispetto al regime, altri in una dimensione di ritiro ed esilio interiore, come, ad esempio, Federico Mompou.

Anche il Portogallo, nel ‘900, vive un percorso storico e politico particolare. Dagli anni ’30 emerge un regime autoritario, in cui riveste un ruolo chiave Antonio Oliveira Salazar, che instaura una dittatura (che durerà decenni, sino alla Rivoluzione dei Garofani del 1974), che comprime fortemente gli spazi di libertà, e censura tutti gli oppositori. Ci sono musicisti che tengono un rapporto collaborativo rispetto al regime: come Rui Coelho, ad esempio, un musicista di solida formazione, che aveva studiato in Germania, entrando in contatto anche con Schönberg. Mentre altri sviluppano una resistenza militante, che li porta allo scontro diretto con il potere. E’ il caso di Fernando Lopes-Graça, che presto viene individuato come un oppositore da reprimere e isolare. Verrà privato, durante la sua vita, infatti, della possibilità di insegnare, pur vincitore di una cattedra al Conservatorio di Lisbona. Lo raggiungerà, addirittura, un decreto che gli inibisce di insegnare anche presso strutture private. Viene anche incarcerato.

Il seminario oltre che delineare il panorama delle vicende culturali e musicali che riguardano la penisola iberica nel ‘900, si concentrerà sull’opera del catalano Federico Mompou (1893-1987) e del portoghese Fernando Lopes-Graça (1906-1994), enucleando i tratti dei rispettivi linguaggi compositivi. Si sviluppano percorsi di grande fascino, per due personalità artistiche di massimo rilievo, che hanno dato luogo a opere che in entrambi i casi espongono il senso dell’assoluta dedizione all’arte e alla ricerca artistica. E questo sempre con tratti personalissimi.

Accanto al seminario Cosimo Colazzo propone un concerto, sabato 9 marzo alle ore 17.30, all’Auditorium del Conservatorio di Como, in duo pianistico (quattro mani e due pianoforti) con Maria Rosa Corbolini (docente di Pianoforte al Conservatorio di Trento), in cui saranno rappresentate importanti opere di Mompou e Lopes-Graça, accanto a opere di Alfredo Casella e Colazzo.

Di Lopes-Graça saranno eseguiti il Terzo Quaderno delle Melodias Rústicas Portuguesas, del 1979, per pianoforte a quattro mani, Paris 1937 (1937-1968) per due pianoforti, Prelúdio, Cena e Dança  (1929-1973). In questi pezzi emerge, da una parte, l’interesse per il patrimonio folclorico contadino del Portogallo, che Lopes-Graça innesta in contesti di ricerca avanzati, post-tonali, e dall’altra l’interesse per i linguaggi dissonanti, per le figurazioni asciutte e geometriche, per l’esposizione in rilievo delle strutture ritmiche.

Di Mompou Cosimo Colazzo eseguirà il Quarto Quaderno di Música Callada(1967), per pianoforte. Qui siamo nella dimensione di una ricerca che tende a individuare il suono in una dimensione sorgiva, in rapporto di risonanza con il silenzio, mentre le forme sono concise e lontane da ogni retorica dello sviluppo.

Di seguito, a partire dai seguenti link, è possibile prendere visione dei materiali che riguardano il Seminario e il Concerto.

–          Il programma del Seminario

–          Il programma del Concerto

ULTIM’ORA

Maria Rosa Corbolini non è potuta intervenire per il concerto in duo pianistico, in quanto ammalata.

Il concerto in questa forma è stato sostituito, nello stesso giorno e orario, da un concerto per pianoforte solo, tenuto da Cosimo Colazzo come pianista solista, con musiche di Mompou e Lopes-Graça. In particolare, Cosimo Colazzo ha interpretato l’integrale di Musica callada di Mompou, che consta di quattro quaderni, e Cinco Nocturnos di Lopes-Graça.

Di seguito, a partire dal seguente link, il programma del Concerto

Cosimo Colazzo per Performa 2013 alla Universidade do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre, in Brasile

Performa è uno degli eventi più attesi, a livello internazionale, nell’ambito della ricerca intorno alle culture dell’interpretazione musicale. Vi convengono artisti, studiosi di varie discipline per confrontarsi sulle questioni di maggior rilievo, rispetto all’interpretazione musicale, nella relazione con le letterature storiche, come rispetto a oggi, dove la musica appare in una condizione costantemente interrogativa, anche rispetto ai rapporti tra composizione, interpretazione, pubblico, nuovi media.

Performa intende presentare prospettive innovative nella ricerca che riguarda la performance musicale, incentivando il dialogo interdisciplinare.  L’evento si svolge a cadenza biennale, e quest’anno si tiene in Brasile, ospite della Universidade Federal do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre,, dal 31 maggio al 2 giugno 2013. La edizione 2013 di Performa privilegia la tematica della ricerca artistica nella performance musicale.  Collaborano all’evento, oltre all’Università ospitante, la Associação Brasileira de Performance Musical (ABRAPEM), la Universidade de Aveiro, in Portogallo, e INET-MD (Instituto de Etnomusicologia – Centro de Estudos em Música e Dança).

Cosimo Colazzo, docente di composizione al Conservatorio di musica di Trento, nonché pianista, impegnato su repertori specifici del ‘900, è stato chiamato a partecipare a Performa 2013, con un recital e una conferenza dedicati alla musica di Federico Mompou, compositore catalano del ‘900, autore di un’opera non vasta, dove il pianoforte risulta privilegiato, che costituisce il distillato di una ricerca estremamente concentrata, rivolta ai valori del silenzio, della meditazione, dell’ascolto. Sono valori che Mompou esprime con un linguaggio molto sottile e sensibile, dove vale il senso del timbro, della risonanza, del suono ricercato. Non è tanto la macchina narrativa che interessa, la produzione dello sviluppo e della forma ampia e compiuta. L’inverso, invece, la presenza sonora risonante, il suono che si effonde nell’aperto, nell’aria, che ha una sua dinamica di definizione-individuazione e di estinzione, che va seguita in tutta questa vita mobile, diversa, flessibile e fluida. Il suono non è un’entità fissa e definita. E’ qualcosa che si compie, che si trova stando in una condizione di apertura e di ascolto. In questa condizione di flessibilità, che si nutre molto di passività, il suono non va elaborato, trattato dalla macchina narrativa. Va dato in una sua presenza abbandonata, in un tempo largo e dilatato. Non analizzato, non elaborato, ripetuto o trasposto

Lo studio di Colazzo precisa propriamente questo metodo della composizione in Mompou, che ritrova in costanti della costruzione, attraverso l’intera opera.

Su Mompou Colazzo ha svolto diversi studi, che approdano ora alla veste di pubblicazione, a livello internazionale. Tra le prossime pubblicazioni, un saggio in un volume della Cambridge Scholars Publishing, e un saggio per la rivista Lineas della Université de Pau in Francia.

Per Performa Colazzo interpreterà Musica callada, una vasta opera in quattro libri, scritta da Mompou nell’arco di circa dieci anni, tra il 1959 e il 1967. Un’opera che si ispira ai temi del  silenzio, come suggerisce lo stesso titolo, e di un rapporto diverso con il suono. Nel seminario che accompagna il concerto, Colazzo propone a confronto ciò che può precisarsi in un metodo della costruzione compositiva con questioni che riguardano l’interpretazione musicale. Nello studio di Colazzo, emergono, allora, da un lato, i rilievi su un linguaggio musicale e compositivo molto originale, che privilegia le dimensioni del silenzio, della risonanza, della sottrazione, della passività e dell’ascolto; mentre vengono ad evidenza, dall’altro, certe opzioni sull’interpretazione musicale e pianistica che sono esplicitate dallo stesso Mompou in suoi scritti. Né viene trascurato quanto si espone, in diretto rapporto, attraverso le interpretazioni pianistiche dello stesso Mompou, intorno a proprie opere.

Di seguito, l’abstract dell’intervento di Colazzo.

ABSTRACT

Cosimo COLAZZO

Transformar el tiempo musical. Interpretación y composición en Federico Mompou.

 Performa 2013 – Conference on Musical Performance Studies – Porto Alegre (Brasil), Universidade do Rio Grande do Sul – 30 de mayo – 1 de junio de 2013.

 Federico Mompou ha dejado algunos escritos, sus observaciones sobre la interpretación de su música, como también su directas interpretaciones pianísticas. En relación a las cuestiones de la  interpretación de una obra que se propone con caracteres de originalidad, como es la de Mompou, es de gran interés poner en relación las cuestiones y las soluciones propuestas por Mompou para la interpretación de su obra, y su método de composición, identificado a través de una  análisis de la obra, que pueda entender el significado de un camino que tiende a la simplificación y a la reducción del material, que valora la repetición y la traslación en vez de la elaboración evolutiva y del desarrollo , en contextos marcados por la agógica ralentizada, larga, tranquila, y una dinámica vuelta al piano,  fascinada por el sentido de la distancia y del alejamiento. ¿Cómo Mompou realiza el sentido de una música que se propone en un umbral, en un limen, y tiene en una liquida correlación  sonido y silencio, escritura y oralidad, composición y escucha? A nivel compositivo, proponiendo un método de la reducción, de la espera y de la pasividad. A nivel interpretativo, individuando una investigación que tiende a pensar y realizar la figura en su dinámica de trasformación, obtenida a través de la gestión del toque en muchas matices, y de la temporalidad, que se hace móvil junto con el definirse de la figura.

Este estudio, que se propone en la forma de una clase-concierto, entiende poner en evidencia el complejo de las cuestiones que emergen en la investigación compositiva y interpretativa  de la musica de Mompou, a través de sus obras pianísticas, la análisis compositiva de ellas,  y los legados que encontramos por sus interpretaciones y sus notas sobre la interpretación de su musica.

La análisis compositiva e la interpretación se centrará sobre todo en estas obras de Mompou: Cants Màgics (1917/19), Charmes (1920/21), Préludes (1927/60), Souvenirs de l’Exposition (1937), Musica Callada (1959/67), sin desatender aperturas  hacia otras importantes obras y lugares de ellas.

 

Pubblicato un saggio di Cosimo Colazzo, sulla musica di Fernando Lopes-Graça, in un volume della Université de Lorraine di Nancy

E’ stato pubblicato un saggio di Cosimo Colazzo, in un volume edito da Pun – Editions Universitaires de Lorraine di Nancy. Il saggio di Cosimo Colazzo, in francese, dal titolo Modernisme, avant-garde et traditions populaires. Recherches artistiques et musicales en Espagne e au Portugal : la synthèse militante de Fernando Lopes-Graça, è dedicato allamusica nella penisola iberica nel ‘900, con un particolare riferimento all’opera militante di Fernando Lopes-Graça.

Il volume che comprende il saggio di Colazzo raccoglie gli atti di un Convegno, tenutosi nel 2012, organizzato dalla Université de Lorraine in Francia. Reca il titolo Emprunts et transferts culturels : du monde luso-hispanophone vers l’Europe, è curato da Nicole Fourtané et Michèle Guiraud, docenti alla Université de Lorraine di Nancy, ed è dedicato ai flussi di rapporti culturali che si tessono storicamente tra penisola iberica e Europa, e inoltre tra i paesi ispanofoni e lusofoni fuori dall’Europa (dall’America Latina, all’Africa, all’Asia) e l’Europa, che, da questi punti di vista, risulta un panorama frastagliato, casa madre e parente, ma anche mondo altro.

Il tema generale è fertile di spunti, perché, appunto, consiste dimolte pieghe, di molte rifrazioni culturali, di una pluralità di percorsi dove si genera il senso della traduzione culturale. Il confronto, il dialogo soffrono l’ipoteca anche di un gesto originario, fatto di sopraffazione e violenza, come è stato quello coloniale. Ma anche in questo caso la relazione non è nell’ordine del tratto lineare, corrispondendo, invece, a un ordito complesso, dove l’altro è qualcosa di familiare ma anche di diverso, ciò che si vorrebbe respingere, ma anche ciò che attrae, in quanto fonte di una delle radici essenziali del sé. Il senso dell’identità e dell’alterità, della traduzione e del transito culturale sono concetti che riguardano in un senso essenziale l’analisi delle culture ispaniche e lusitane.

Cosimo Colazzo, nel suo saggio, tesse una mappa articolata di figure e posizioni che riguardano le ricerche musicali e artistiche che nel ‘900 hanno animato Spagna e Portogallo. La penisola iberica consiste di molte aree storico-culturali al suo interno, e inoltre va tenuto presente quanto si genera nel rapporto con le colonie o le ex colonie. Va osservato quanto si definisce in percorsi di influenza, in rapporti con il resto dell’Europa. Esiste una rete di influenze e transiti tra le varie aree, ma si danno anche storie locali e peculiari, e rapporti che interessano più in generale l’Europa. Spagna e Portogallo sono storicamente su una faglia critica, alle soglie tra l’Europa e l’altro mondo: l’Islam prima, ma poi anche il Nuovo Mondo, o ancora altri mondi lontani, l’Oriente o l’Africa. Sono la porta dell’Europa e il margine di questa. Periferia ma anche luogo essenziale di comunicazione, di estensione e apertura. E’ questo che le rende un universo particolare, ricco di spunti per l’esplorazione.

In Portogallo, nel ‘900, risulta importante la ricerca di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), autore di un complesso consistente di opere, nel suo lungo percorso creativo, e insieme di un itinerario coerente, segnato nel senso dell’approfondimento critico, come anche della sfida creativa. E’ in rapporto con le ricerche che animano e accendono l’Europa, verso la liberazione dei linguaggi, verso la dissonanza, l’apertura dei generi. Insieme è spinto verso l’attenzione al patrimonio folclorico, sede di un potenziale rinnovamento delle culture. Soprattutto il patrimonio delle terre contadine, ancora intatto, da portare a emersione, con il suo carico di diversità, di sfida al pensiero corrente. Tesoro creativo e anche di valori culturali e morali. L’atteggiamento di Lopes-Graça sa intrecciare le due dimensioni, delle risorse del linguaggio e del monito etico-politico. Ne risulta un’opera che è stata esemplare per valori artistici e per esempio di impegno culturale. Non a caso la dittatura fascista gli aveva inibito l’insegnamento e gli incarichi pubblici; lo aveva tenuto in carcere. Lo guardava con grande sospetto. Lopes-Graça non ha mai abbandonato il Portogallo. Ha coltivato la sua missione di ricerca artistica e culturale, dedicandosi integralmente alla composizione. La Rivoluzione dei Garofani nel 1974 lo avrebbe poi esaltato come uno dei padri storici del nuovo Portogallo.

A partire dal seguente link è possibile prendere visione del saggio di Cosimo Colazzo:

Cosimo Colazzo, Modernisme, avant-garde et traditions populaires. Recherches artistiques et musicales en Espagne et au Portugal : la synthèse militante de Fernando Lopes-Graça. In Nicole Fourtané et Michèle Guiraud (ed.), Emprunts et transferts culturels : du monde luso-hispanophone vers l’Europe », Atti Convegno « Emprunts et transferts culturels : du monde luso hispanophone vers l’Europe ».  31 mai et 1er juin 2012. Université de Lorraine – Nancy (France), Editions Universitaires de Lorrain – Presse Universitaires de Nancy, Nancy, 2012. pp. 13-25.

Due interventi di Cosimo Colazzo, sul linguaggio compositivo di Federico Mompou, alla Université de Pau et des Pays de l’Adour, in Francia, e alla California State University di Bakersfield

Cosimo Colazzo, compositore, docente al Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento,  interviene in due convegni internazionali, in Francia e negli Stati Uniti, con due studi dedicati all’opera e al linguaggio musicale e compositivo di Federico Mompou.

Federico Mompou (1893-1987),  autore catalano del ’900,  è al centro di due relazioni che Cosimo Colazzo, compositore, docente al Conservatorio “Bonporti” di Trento, tiene in due importanti convegni internazionali, dedicati alla cultura spagnolo del secolo XX. Il primo Convegno, che reca il titolo “El existencialismo en España y en los filósofos del exilio”.  si svolge alla Université di Pau et des Pays de L’Adour, in Francia, dove è attivo un importante centro di ricerca dedicato alla letteratura e alle culture di area ispanica, nei giorni 24 e 25 gennaio 2013. Il Convegno è dedicato al tema dell’esistenzialismo, che in molti intellettuali e artisti si è legato all’esigenza e alla volontà di produrre una resistenza contro il regime franchista instauratosi a partire dagli anni ’30. Questo ha procurato, in molti casi, una diaspora intellettuale, che ha coinvolto le figure più impegnate e artisti di grande levatura.

Ma c’è anche una dimensione non così visibile, di una opzione per l’esilio interiore, di cui troviamo espressione esemplare in un autore come Federico Mompou. Durante la guerra civile è in Francia. Con l’arrivo della seconda guerra mondiale ritorna nella sua Barcellona, e qui rimarrà in seguito, durante tutta la vita. Non assume posizione di contrasto rispetto al regime. Neanche ne è cantore, intellettuale e musicista ufficiale.

Le sue scelte di vita sono state come di un evitamento del conflitto, di una sospensione della realtà, dell’assunzione del quotidiano in una dimensione sospesa e atemporale, fatta di frammenti, e questi come silenti e irrelati.

Una dimensione della sospensione, del differimento della scelta, dell’attesa, che si riverbera nelle dimensioni, probabilmente, del politico come dell’arte. E’ qui, nella sua musica, così personale, che troviamo il senso di un esistenzialismo, che può dirsi cifra del sonoro ricercato e dell’organizzazione compositiva.

C’è il senso che l’intervento compositivo non può corrispondere a piani preordinati, a una presa forte e ordinante del soggetto che sceglie e organizza. C’è l’idea che la composizione deve integrarsi radicalmente con la dimensione dell’ascolto, la scrittura deve confrontarsi con l’oralità, con l’attesa di una suggestione ricercata anche in una dimensione di passività. Mompou non sviluppa, piuttosto ripete, o traspone.

Esiste un metodo compositivo, che è proprio della musica di Mompou, che lo studio di Colazzo, dal titolo Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou. indaga e rileva, individuandolo negli aspetti più pregnanti.

L’altro Convegno si tiene alla California State University di Bakersfield, secondo una modalità di svolgimento innovativa, vale a dire con partecipazione in termini virtuali da parte degli studiosi, nella forma di interventi video.  Quest’altro Convegno, dal titolo “Third International Symposium on ideology, politics and demands in Spanish language, literatur ande film. ‘Otherness in hispanic culture” si tiene nei giorni dal 24 al 26 gennaio ed è dedicato al tema dell’alterità, della “otredad” in Spagna.

Quello della “otredad” è un tema con risvolti d’attualità, nella condizione odierna dove sono rilevanti i tratti della multiculturalità, con poderosi flussi migratori, e diventa importante trattare i temi del pluralismo e del riconoscimento delle diversità religiose e di genere. La Spagna ha operato nella direzione di una società che ha voluto rendersi aperta e vivere integralmente il senso della democrazia, dopo i lunghi anni opachi del franchismo. Ma il tema attraversa anche storicamente la cultura spagnola. La poesia, la filosofia spagnola la letteratura, hanno riflettuto notevolmente sul tema della “otredad”.

E’ un tema che Colazzo tratta  nel suo studio, dal titolo La otredad esperada. Reducción del sujeto y del acto compositivo, abertura al silencio y a la resonancia, en la musica de Federico Mompou proponendolo in relazione con l’opera e alla poetica di Federico Mompou.

L’ideale di Mompou è quello dell’attesa e del silenzio, della solitudine, del margine. Tutto si svolge come su una soglia porosa, che può far trapassare ciò che invece è tenuto distinto e separato. L’alterità può rendersi presente. Mompou si propone come in attesa dell’alterità, che lo raggiunga, come in una relazione medianica.  Bisogna che l’io riduca il suo spessore, si faccia trasparente, verso l’alterità, verso l’oltre del suono-nota, verso la risonanza che galleggia nel silenzio.

Il suono non è funzione, è esperienza. Qualcosa che vive in se stesso il senso di un universo mobile e in trasformazione. Il suono di Mompou è così affinato, così ricercato, che si è reso trasparente al silenzio. La sua forma non ha nulla degli archi narrativi ampi e dialettici. E’ fatta dei confini del dilagare di un suono e di una risonanza. Si svolge lenta perché ha bisogno che il suono riveli tutta la sua dimensione intorno, le sue prospettive di fughe e lontananza. Anche le dinamiche si rivolgono al nulla, al quasi-niente. La soglia di suono e silenzio, di io e alterità,  intende farsi incerta, confondersi, in una liquidità desiderante.